Omicidio Napoli: parla il padre del ragazzo ammazzato
Omicidio Napoli: stabilita l’accusa della Procura ai danni del carabiniere che sabato scorso ha ucciso Ugo Russo, 15 anni.
“Non è una vittoria“ ha affermato Vincenzo Russo, padre di Ugo, commentando l’accusa di omicidio volontario a carico del carabiniere che sabato scorso ha colpito mortalmente il figlio quindicenne. Questo è quello che ha stabilito la Procura in merito agli eventi di via Orsini a Napoli. Un tentativo di rapina che si è concluso in tragedia: il complice del ragazzo, 17 anni, è stato trasferito in una comunità di recupero.
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Omicidio Napoli: dediche sul luogo del delitto
Intanto, sul luogo del fatto sono comparse fotografie del giovane scomparso e dediche a lui indirizzate, da parte di amici e anche della fidanzata, Tina. Prima di essere colpito, Ugo ha tentato di rapinare un carabiniere che si trovava in compagnia della fidanzata, puntandogli una pistola alla tempia. Da stabilire ancora le esatte dinamiche dell’omicidio. Il complice avrebbe affermato che quella sera lui e l’amico erano stati mossi dal desiderio di procurarsi del denaro per recarsi in discoteca. Il suo legale, Mario Bruno, ha dichiarato che il giovane è addolorato per quanto accaduto e che in comunità avrà modo di riflettere su quanto commesso.
La famiglia Russo farà delle donazioni al Pellegrini
Un altro fatto legato all’omicidio di Napoli che ha scatenato le polemiche riguarda gli atti vandalici avvenuti al pronto soccorso dell’Ospedale Pellegrini, devastato dopo l’avvenuto trasporto di Ugo. Proprio in quei momenti, al pronto soccorso, moriva una giovane donna in seguito a violenza domestica. I familiari della vittima si sono scusati per l’accaduto ma hanno rivendicato la loro mancata responsabilità. A rendere dichiarazioni in merito alla morte di Ugo Russo sono stati il padre, la zia e la nonna, che hanno chiesto giustizia: “Poteva essere colpito alle gambe, o arrestato” ha detto la nonna, la quale lo aveva ospitato in casa quello stesso giorno. “È stata un’inutile esecuzione“, sostengono gli altri congiunti della vittima.
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