Coronavirus e ultime notizie economia: rallenta il PIL, ecco i dati

Coronavirus e ultime notizie economia: rallenta il Pil, ecco i dati forniti da Ocse che raccomanda flessibilità di bilancio nell’area euro

Dati Pil
Coronavirus e ultime notizie economia: rallenta il PIL, ecco i dati

Coronavirus e ultime notizie economia: rallenta il PIL.

Abbiamo assistito alle rassicurazioni in diretta TV di Carlo Cottarelli che ha sottolineato come, una volta cessata l’emergenza coronavirus, l’economia tornerà a stabilizzarsi. In un’economia già in recessione, quale quella italiana, sarà certamente difficile immaginare una ripresa nel breve e medio periodo. Ma vediamo quali sono gli effetti dell’epidemia di coronavirus sull’economia globale. L’Ocse, nel suo Interim Economic Outlook, stima una crescita del Pil mondiale del 2,4%, diversamente dal 2,9% stimato precedentemente a novembre scorso. Una crescita più sostenuta, secondo l’Ocse, si registrerà solo nel 2021, quando il Pil mondiale si stimerà cresciuto del 3,3% (+0,3 punti rispetto alle stime di novembre 2019). 

Insomma, il coronavirus per questo 2020 segnerà una brutta battuta d’arresto alla crescita economica globale. E nel frattempo, lo spread Btp-Bund raggiunge i 185 punti base, un nuovo record dopo l’agosto 2019, mentre il rendimento offerto dal Btp decennale è pari ad appena 1,17% e sui mercati prevalgono gli acquisti di titoli-rifugio; segno evidente del fatto che gli operatori guardano con preoccupazione agli effetti della diffusione del coronavirus sull’economia reale in Europa.

Coronavirus: il contagio della crisi economica dalla Cina all’Europa

Sempre secondo il rapporto dell’Ocse, la stima al ribasso sulla crescita globale (0,5 punti in meno rispetto a novembre 2019), è calcolata sulla base delle «ripercussioni legate alla contrazione della produzione in Cina che si fanno sentire in tutto il mondo, riflettendo il ruolo chiave e crescente che la Cina ha nella catena globale delle forniture e nei settori del turismo e delle materie prime». Nulla vieta, però, che anche questa stima (+2,4%) possa risultare eccessivamente ottimistica, rispetto ai livelli di crescita che si registreranno a fine anno. Ciò perché la stima dell’Ocse è basata sul presupposto che l’epidemia di coronavirus «abbia raggiunto il suo picco in Cina nel primo trimestre del 2020» e che nel resto del mondo «l’epidemia resti lieve e contenuta».

E se così non fosse? Qualora l’epidemia di coronavirus si diffondesse in modo capillare nel Sud-Est asiatico, in Europa e nelle Americhe, la crescita del Pil mondiale potrebbe rallentare ulteriormente (addirittura +1,5% contro l’attuale +2,4, cioè – 1,4% rispetto alla stima di novembre, ovvero quasi la metà della crescita prevista prima dell’emergenza rappresentata dal coronavirus.

Rallentamento Pil: le raccomadazioni dell’Ocse

L’Ocse raccomanda, dunque, i governi di agire tempestivamente e in modo deciso contro l’impatto negativo della diffusione del coronavirus sulle economie dei singoli Paesi. Considerando il livello di gravità dell’emergenza coronavirus, l’Ocse raccomanda il ricorso da parte dell’Unione Europea di meccanismi di sostegno che, in virtù dell’eccezionalità della situazione, favoriscano la stabilità dell’Euro-zona. Innanzitutto, una maggior flessibilità sui vincoli di bilancio per i Paesi alle prese con l’emergenza coronavirus. Inoltre, è necessario che i tassi di interesse restino eccezionalmente bassi, affinché si rafforzi la domanda sul breve termine, di modo tale da favorire politiche di bilancio che includano il ricorso alla spesa pubblica a favore di settori (come ad esempio quello sanitario) e gruppi sociali più vulnerabili. Ovviamente, si tratterebbe di misure di carattere temporaneo; tuttavia rafforzerebbe l’idea della necessità di maggior investimenti pubblici su settori strategici, quali scuola e sanità, in particolare in quei Paesi dell’Euro-zona più colpiti dall’austerity e dai tagli alla spesa pubblica dopo la crisi finanziaria.

L’Ocse, infine, ha richiamato sulla necessità di “assicurate misure efficaci e ben finanziate nella sanità contro l’infezione e il contagio, sia a livello di staff che di materiale per i test, con tutte le necessarie iniziative di prevenzione e contenimento” dell’epidemia di coronavirus. Inoltre, i “Governi dovrebbero anche attuare politiche mirate a proteggere i lavoratori, le famiglie e le aziende”. Ciò significa, oltre a interventi sulla domanda di natura keynesiana, dotare nel breve periodo il sistema finanziario di un’adeguata liquidità, consentendo alle banche di sostenere le aziende, in particolare le Pmi, affinché le misure di contenimento non “contagino” la crisi anche alle imprese in buona salute.

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