Legge 104 e disabili: effetti Coronavirus, quali interventi servono
Quali sono gli effetti del Coronavirus sui soggetti con disabilità titolari di Legge 104? Ecco una lista di interventi necessari secondo le federazioni.
Servono interventi straordinari per i soggetti disabili titolari di Legge 104 a causa dell’emergenza Coronavirus. A richiederli le Federazioni delle persone con disabilità, FAND e FISH in una lettera inviata lo scorso 5 marzo all’Ufficio per la promozione dei diritti delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Gli aspetti centrali delle richieste riguardano preminentemente l’istruzione scolastica, i centri diurni e residenziali e il lavoro.
Legge 104 e disabili: le richieste sul piano scuola
In seguito alla sospensione della didattica, FAND e FISH richiedono di considerare la necessità di emanare un’urgente direttiva che con effetto immediato disponga che le istituzioni scolastiche attivino la continuità didattica tramite gli insegnanti di sostegno assegnati ad alunni e studenti con disabilità per le ore che corrispondono a quelle indicate nei singoli Pei. La stessa richiesta è inoltrata per la prosecuzione degli interventi domiciliari degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e/o per l’assistenza igienico personale.
Legge 104 e Coronavirus: le richieste sui centri diurni
In seguito alla chiusura dei centri diurni frequentati dalle persone con disabilità, si richiede di “prendere in considerazione la necessità di emanare un’urgente direttiva che, con effetto immediato, disponga rispettivamente nei confronti delle Aziende Sanitarie e Socio Sanitarie e degli altri enti locali (ognuno per i servizi rientranti nelle proprie responsabilità) di garantire, in sostituzione e/o a integrazione delle attività dei centri diurni, analoghe prestazioni domiciliari”. Inoltre si richiede di indicare a questi di procedere al rafforzamento delle attività domiciliari in atto e di emanare qualsiasi provvedimento atto a evitare che l’intero carico assistenziale ricada sulle famiglie. Si evidenzia come tali provvedimenti agevolerebbero i lavoratori che erogano servizi di assistenza, la cui interruzione ha avuto conseguenze molto negative in termini economici e occupazionali.
Emergenze nelle strutture residenziali per persone con disabilità
Si richiede di predisporre specifici protocolli e procedure per affrontare casi di contagio all’interno delle stesse strutture residenziali, dove vivono persone con disabilità a tutela della loro salute e di quella degli operatori, che possono essere gestiti senza necessità di ricovero in strutture sanitarie esterne. Inoltre si richiede di promuovere indicazioni e protocolli per gestire situazioni di ricovero in strutture sanitarie esterne, in reparti di terapia intensiva o pre-intensiva, specie per persone con disabilità non collaboranti.
Disabili ed effetti Coronavirus: le richieste sul lavoro
La quarta richiesta riguarda agevolazioni lavorative e forme di flessibilità, di fronte ai maggiori carichi assistenziali per i lavoratori che assistono familiari disabili. Si valuta infatti la possibilità di ampliare straordinariamente le condizioni di accesso ai permessi lavorativi. Inoltre si richiede l’estensione dell’entità dei permessi lavorativi previsti dall’articolo 33 della Legge 104, che ricordiamo attualmente essere fissata a 3 giorni al mese o 2 ore al giorno. Inoltre, “a fronte dei maggiori rischi di esposizione al contagio per i lavoratori con disabilità grave si preveda l’estensione dei congedi retribuiti attualmente riservati ai soli lavoratori che assistano familiari con disabilità”.
Sempre in merito al lavoro il quinto punto riguarda le misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa. Si parla del cosiddetto smart working, già incentivato nella Pubblica Amministrazione. A tal proposito “si suggerisce di integrare quei contenuti con elementi utili a raccomandare, rafforzare, rendere praticabili quelle misure accordando priorità e attenzione ai dipendenti con un quadro clinico a rischio, con disabilità gravi che siano maggiormente esposte ai rischi sanitari dell’emergenza in parola”.
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