Ferie forzate Coronavirus per esigenze aziendali: a chi convengono?

Ferie forzate per l’emergenza Coronavirus e, dunque, per esigenze aziendali: se ne sente parlare da un po’, ma come funzionano e a chi convengono?

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Ferie forzate Coronavirus per esigenze aziendali: a chi convengono?

Ferie forzate: nell’ormai noto DPCM dell’8 marzo 2020 troviamo una parte dedicata al mondo del lavoro. All’articolo 1e, infatti, troviamo scritto quanto segue: “Si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie, fermo restando quanto previsto dall’articolo 2, comma 1, lettera r)”, che tratta delle modalità di lavoro agile.

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Questa misura inizialmente riguardava le Regioni e le Province della zona arancione, ma da questa mattina, ormai, martedì 10 marzo 2020, riguarda tutta Italia. Per evitare la diffusione del contagio da Coronavirus, infatti, i cittadini devono limitare al minimo gli spostamenti. Chi può lavorare da casa potrà farlo, o in alternativa dovrà prendere le 4 settimane di ferie che gli spettano di diritto in anticipo. Naturalmente questa eventualità è quasi obbligata per tutti quei lavoratori per i quali è richiesta la presenza fisica sul posto, mentre chi potrà lavorare da casa, potrà optare per lo smart working, attivabile fino al 31 luglio in tutta Italia, senza il bisogno di un accordo scritto tra azienda e dipendente. Infatti, come ha spiegato la Fisascat Cisl di Milano al Sole 24 Ore, molti dei lavoratori per cui è richiesta la presenza sul posto “sono stati invitati nei primi giorni dopo l’emergenza a mettersi in ferie o a prendere permessi retribuiti”.

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Ferie forzate: cosa sono e quando vanno fruite

Com’è ben noto, le ferie sono un istituto che consente ai lavoratori di recuperare per un determinato periodo di tempo le energie psico-fisiche e staccare quindi dal lavoro. “Il lavoratore ha diritto al riposto settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”, recita l’articolo 36 della Costituzione Italiana. Il periodo di ferie non può essere inferiore a 26 giorni. In ogni caso sono 14 i giorni di ferie da consumare obbligatoriamente entro l’anno, mentre la parte residua potrà essere consumata entro i 18 mesi successivi.

Veniamo ora alle ferie “obbligate”, ovvero quelle imposte per esigenze aziendali: così possono essere definite quelle di cui si parla oggi a causa dell’emergenza Coronavirus. Nell’articolo 2109 del Codice Civile si fa riferimento al periodo di ferie per esigenze aziendali, che deve essere comunicato in maniera preventiva dal datore di lavoro al dipendente. Si pensi ad esempio a quei periodi in cui l’azienda chiude: in questi casi il dipendente è obbligato alle ferie proprio a causa della chiusura dell’impresa, che può essere tradotta proprio come esigenza aziendale.

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