Dopo l’estensione della zona rossa a tutto il territorio italiano, si comincia a parlare dei provvedimenti di carattere economico e finanziario da adottare. Il sistema produttivo è entrato in crisi e la maggior emergenza sanitaria degli ultimi anni ha obbligato il governo ad adottare drastiche misure di contenimento. Con ciò, la maggior parte degli esercizi commerciali, bar e ristoranti, agenzie turistiche, hotel, imprese (piccole, medie e grandi) vedono i propri ricavi colare a picco. Il contraccolpo sull’economia necessita del varo di un piano straordinario e il governo sta lavorando a un decreto che potrebbe valere – secondo le fonti ministeriali – fino a 10 miliardi di euro.
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Il costo della manovra d’urgenza interverrebbe in buona parte nella voce delle entrate (con la sospensione del pagamento delle tasse, delle bollette e delle rate dei mutui). Il piano iniziale prevederebbe l’incremento del deficit per un valore iniziale di 7,5 miliardi di euro fino ad arrivare ai 10 miliardi. In questo modo, il rapporto deficit/pil raggiungerebbe il limite massimo del vincolo di bilancio.
Stefano Patuanelli, ospite a Radio Capital, ha affermato che si lavorerà per garantire la liquidità alle imprese. Per questa ragione, l’esecutivo sta lavorando con l’Abi per la sospensione dei mutui bancari, dei tributi e delle bollette su tutto il territorio nazionale e anche per le partite Iva che devono versare entro il 16 marzo. Sull’eventualità di nominare un commissario straordinario per far fronte all’emergenza (richiesta lanciata da Forza Italia e ripresa dagli alleati del centrodestra), il ministro afferma con sicurezza che “non c’è bisogno di un super commissario. Il presidente del Consiglio Conte e il capo della Protezione civile Borrelli stanno facendo un lavoro encomiabile. È un dibattito giornalistico. Non è un’ipotesi in campo e non è motivata”.
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