Può sembrare fantascienza, ma un team di fisici dell’Università del Maryland ha realmente intenzione di creare un vero teletrasporto quantico. Questo non sarà una “macchina” come siamo abituati ad immaginarlo, ma potrebbe somigliare più ad un portale del mondo di Portal o persino simile a quello presente nel cartone Rick e Morty.
Gli scienziati prevedono infatti di crearlo grazie agli ultimi studi avvenuti sui buchi neri, i quali verranno intrecciati quantisticamente. Una teoria già ipotizzata alcuni anni fa, la quale prevede che due buchi neri totalmente intrecciati potrebbero essere in grado di trasmettere informazioni tra loro – anziché distruggerle – una volta superato l’orizzonte degli eventi. Un fenomeno molto simile, chiamato appunto teletrasporto quantico, viene già utilizzato per la costruzione dei più moderni computer quantistici.
Simulare queste connessioni e la loro intera dinamica è un compito altamente difficile poiché richiede una notevole potenza di calcolo. In passato abbiamo potuto vedere come simulazioni molto complesse hanno permesso di chiarire alcuni misteri legati ai buchi neri.
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Quant’è pericoloso il teletrasporto quantico?
Christopher Monroe e Brian Swingle, ricercatori della suddetta Università del Maryland, hanno intenzione di creare dei circuiti quantici per imitare il più possibile gli effetti dei buchi neri. Ricreare in laboratorio questi mostri cosmici è sicuramente al di là delle nostre capacità, per il momento, quindi sicuramente ci saranno dei rischi che dovranno essere evitati.
Nel modello standard, la costante di struttura fine (che compare anche nel videogioco Death Stranding) è la stessa in ogni punto dell’universo. La costante di struttura fine è un numero che non varia nelle formule fisiche, come ad esempio la velocità della luce o la massa di un elettrone. Essa determina la forza con cui si attraggono o si respingono le particelle cariche. Nelle prossimità di un buco nero supermassiccio, i ricercatori non hanno trovato variazioni nel valore di questa costante.
Venne osservata la luce di cinque stelle che si trovavano nei pressi di Sagittarius A: quando la luce viene separata nelle lunghezze d’onda che la compongono, si osservano le cosiddette linee di assorbimento, particolari lunghezze d’onda che vengono assorbite da alcuni atomi. Anche in questo caso, se la costante fosse in qualche modo alterata, le linee di assorbimento non sarebbero le stesse che possiamo osservare qui sulla Terra.
Se le supposizioni dei fisici fossero giuste, questi circuiti ospiterebbero diverse informazioni che il primo buco nero rimescola, mettendo fine alla loro vita ma permettendo all’altro di ricevere l’informazione e decodificarla. Sotto questo punto di vista le previsioni sembrano essere favorevoli.
Non possiamo ancora teletrasportarci da un luogo all’altro, attenzione, ma potremmo esserci avvicinati almeno di un altro passo.
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