Conto corrente e Coronavirus: come difendere il saldo depositato
L’emergenza coronavirus impone attenzioni particolari alla tutela dei risparmi, soprattutto quelli fermi sul conto corrente
Sono momenti di grande incertezza: l’emergenza coronavirus impone attenzioni particolari alla tutela dei risparmi, soprattutto, quelli fermi sul conto corrente. Insomma, ora più che mai è bene prendere provvedimenti contro i rischi dell’inflazione.
Conto corrente: popolo di risparmiatori
Gli italiani sono storicamente un popolo di risparmiatori come testimoniato anche dai dati recentemente diffusi dall’Abi. La liquidità sui conti correnti è aumentata di quasi 6 punti percentuali tra gennaio 2019 e gennaio 2020. In pratica, in termini più pratici, sono ben 87 i miliardi di euro attualmente depositati in banca. Tuttavia, come molti sanno, le giacenze sul conto corrente generalmente non solo sono infruttifere cioè non producono guadagno, ma sono anche sottoposte a una lenta quanto inesorabile erosione del loro valore a causa dell’inflazione (ma anche delle tasse e delle spese di gestione). In tempi incerti è chiaro che si tenda ad accumulare un gruzzoletto per qualsiasi evenienza. Secondo i calcoli di autorevoli esperti, nel caso in cui l’andamento dei prezzi al consumo rimanga in linea con quello attuale, mille euro “fermi” sul conto corrente in una decina di anni si ridurranno, appunto, per via di inflazione, tasse e spese, a 900 euro, tra venti anni, a 720 euro.
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Come combattere l’inflazione
Un vecchio adagio recita: “L’inflazione è una forma di tassazione che può venire imposta senza legislazione”. C’è un solo modo per difendersi: investire. Non bisogna immaginarsi per forza broker scalmanati: bastano pochi semplici accorgimenti per mettere al riparo dalla perdita di valore d’acquisto i propri risparmi. Il primo consiste, innanzitutto, nel tenere solo una certa quantità di risparmi immediatamente disponibili sul proprio conto corrente: tra il 30% e il 10% del totale. Potrebbe essere utile poi tenere attivo un conto di riserva con due o tre mensilità di stipendio.
Una volta che ci si è assicurata questa liquidità si possono passare in rassegna delle forme di investimento, anche non particolarmente impegnative. Per esempio, già “vincolare” i propri risparmi potrebbe essere utile in questo senso: molte banche, infatti, danno la possibilità di bloccare i propri risparmi per un certo periodo di tempo a fronte di un certo tasso di interessi. Altri istituti, invece, hanno introdotto delle interessanti forme di micro-risparmio. Sostanzialmente sono dei sistemi che in modo automatico spostano delle somme dal conto verso dei salvadanai creati per uno specifico “obiettivo” (l’importo varia a seconda del termine entro cui si vuole raggiungere quest’ultimo).
Tutte queste operazioni possono essere effettuate in pochi e semplici passaggi attraverso il proprio home banking o, sempre online, grazie a specifiche app. Tuttavia, per proteggere i propri risparmi ci sono anche operazioni più “professionali”. Per esempio, acquistare oro – “l’oro batte sempre l’inflazione” è un altro vecchio adagio, non del tutto vero ma quasi – oppure BTP, se non altro perché si tratta di obbligazioni indicizzate all’inflazione. Un’altra mossa interessante per un risparmiatore comune è l’investimento in ETF a basso costo, magari creando un portafoglio ben diversificato: può sembrare complicato ma anche per fare questo basta un app.
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