Capacità giuridica: cos’è, diritti, doveri e a che serve

Pubblicato il 11 Marzo 2020 alle 19:00 Autore: Claudio Garau

Capacità giuridica: di che si tratta e dove trova regolamentazione. Quando si acquista e quando si perde. Perché è prevista?

Capacità giuridica cos'è, diritti, doveri e a che serve
Capacità giuridica: cos’è, diritti, doveri e a che serve

La capacità giuridica è un concetto essenziale e fondamentale del diritto civile, di cui forse non tutti conoscono la reale portata. Vediamo allora in sintesi e con chiarezza che cos’è di preciso e quali sono le finalità della sua previsione nella legge. La capacità giuridica è infatti un aspetto che accomuna tutti i soggetti giuridici.

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Capacità giuridica: che cos’è e dov’è disciplinata

La capacità giuridica è subito rintracciabile nel Codice Civile, dato che è definita all‘art. 1 di questo testo:

La capacità giuridica si acquista dal momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita“.

Tale articolo può considerarsi un’applicazione pratica dell’art. 3 Costituzione, relativo all’affermazione del principio di uguaglianza. Ma che che cos’è la capacità in oggetto? Ebbene, altro non che l’attitudine di una persona ad essere titolare di poteri e doveri giuridici. Tale capacità emerge con la nascita della persona, ovvero con il distacco del feto dal grembo materno e viene meno con il fatto della morte della persona. Ne consegue che, accertata la data della morte, da essa nessun diritto può più essere acquistato dal deceduto, e quelli già in capo al defunto si estinguono.

Insomma, qualsiasi persona – indipendentemente dalla classe o ceto sociale – è titolare di diritti e doveri, per tutta la vita. Quanto detto può sembrare scontato ed ovvio, ma non è così: l’art. 1 menzionato sopra rappresenta infatti anche una sorta di “conquista sociale”, dato che nei secoli passati i cosiddetti schiavi non avevano, per legge, la capacità giuridica e pertanto non potevano ricevere un’eredità o elargizione che avrebbe dato loro una qualche ricchezza. Oggi la società occidentale è profondamente mutata e pertanto abbiamo che chiunque nasca, ha gli identici diritti e doveri del prossimo. Anzi anche i feti possono essere titolari di capacità giuridica, subordinata però all’evento della nascita.

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Gli enti possono acquisire tale capacità?

Non solo le persone: anche gli enti possono essere titolari di capacità giuridica, con però delle ovvie limitazioni (ad esempio non possono contrarre matrimonio) rispetto alle persone fisiche. Gli enti con capacità giuridica – detti “persone giuridiche” – fanno fronte alle proprie obbligazioni, attraverso la predisposizione di un loro patrimonio ad hoc distinto da quello delle singole persone che ne fanno parte e il cui patrimonio è quindi posto al riparo.

Generalmente gli enti con capacità giuridica sono rilevanti, hanno un nome specifico e una sede geografica. Sono composti da persone e beni uniti per il perseguimento di uno scopo condiviso. Tali enti, inoltre, si distinguono da quelli di fatto, in quanto questi ultimi sono tendenzialmente mancanti della suddetta capacità: infatti, in essi non c’è divisione tra patrimonio dell’ente e quello di chi lo compone. In altre parole gli enti di fatto non hanno personalità giuridica ma hanno – se mai – capacità giuridica limitata, negli esclusivi casi in cui sia comunque visibile la distinzione tra ente e membri (come ad esempio per i partiti politici e i sindacati).

In precedenza abbiamo detto che la capacità in oggetto si esaurisce con la morte del titolare, ma cosa intende esattamente il legislatore per “morte”? Ebbene, si tratta della cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo, in base a quanto disposto dall’art. 1 della legge n. 578 del 1993. Ma non solo: alle stesse conseguenze si perviene anche in caso di scomparsa con nomina di un curatore per l’amministrazione del patrimonio, assenza dopo due anni dalla scomparsa del soggetto e morte presunta, che può essere dichiarata dal giudice dopo dieci anni dalla scomparsa.

Concludendo, è chiaro insomma che la capacità giuridica serve ed è finalizzata ad identificare la relazione tra il titolare e l’insieme di diritti e doveri a lui indirizzati, lungo tutto l’arco della vita.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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