Da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, molti termini specialistici hanno fatto irruzione non solo nel dibattito pubblico ma anche nelle discussioni di tutti i giorni. “Asintomatico” è una di queste. Cosa significa esattamente?
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Coronavirus: la definizione di “asintomatico”
Per soggetto “asintomatico” si intende qualunque persona che affetta da una malattia non presenta alcun sintomo, appunto. Ogni malattia infettiva, d’altronde, ha un periodo di incubazione, cioè un periodo – più o meno lungo a seconda delle patologie (alcune rimangono asintomatiche per sempre) – compreso tra il contagio e la comparsa dei sintomi clinici. Nel caso del nuovo coronavirus si stima che il periodo di incubazione duri tra i due e gli undici giorni fino a un massimo di 14 giorni.
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Non frequente l’infezione da asintomatici
Al momento della comparsa dei (primi) sintomi una malattia da asintomatica diventa sintomatica. Nel caso del virus Sars-Cov-2, la diffusione dell’agente virale è causata principalmente dal contatto ravvicinato con persone sintomatiche. Tuttavia, come precisato sul sito del Ministero della Salute, “alcune persone si infettano ma non sviluppano alcun sintomo” ma, sulla scorta di quanto affermato a più riprese dall’Oms, bisogna precisare che pare non sia frequente l’infezione da nuovo coronavirus a causa di persone che ancora non abbiano sviluppato dei sintomi.
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Come si trasmette il Coronavirus?
Come si diceva il nuovo coronavirus si diffonde prevalentemente attraverso il contatto ravvicinato con una persona ammalata. Ora, anche se ancora molto bisogna capire sulle modalità di trasmissione del Sars-Cov-2, si può dire che la via primaria di infezione sono le goccioline del respiro delle persone contagiate e sintomatiche e la loro saliva (tosse, starnuti); il contagio può avvenire anche tramite le mani, per esempio toccando con mani contaminate e non lavate o igienizzate (magari dopo una stretta di mano) bocca, naso e occhi. Raramente, riferisce il ministero, il contagio può avvenire tramite contaminazione fecale.
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