Ogni pomeriggio si attende, come tutti i pomeriggi alle ore 18, il bollettino della Protezione Civile sull’andamento dei contagi da Coronavirus in Italia. Aumentano ogni giorno, purtroppo, i casi positivi e i decessi ma, fortunatamente, aumenta anche il numero delle persone guarite. Gli incrementi delle vittime, tuttavia, secondo le previsioni si vedranno anche nei prossimi giorni e almeno fino all’inizio della prossima settimana. Questo non significa che le rigide regole a cui siamo tutti sottoposti non stiano funzionando. Perché per valutare l’efficacia bisognerà attendere almeno due settimane. Significa, semplicemente, che si sta arrivando al picco: la data di quest’ultimo non è ancora certa, ma alcuni esperti e studi hanno fatto una prima stima.
Contagi Coronavirus Italia: quando arriva il picco
Il Messaggero riporta una “stima di lavoro fatta nella relazione tecnica allegata a una bozza del prossimo provvedimento economico del governo” che ha l’obiettivo specifico “di quantificare gli effetti finanziari di una misura” che consiste nell’equiparare i periodi di quarantena dei lavoratori a quelli di malattia”. Stando a questa analisi, intorno al 25 aprile ci dovrebbe essere l’esaurimento dell’epidemia. L’Italia andrebbe così a totalizzare qualcosa come 92 mila casi totali di Coronavirus. In questo numero sono comprese anche le persone guarite e le vittime. Nella relazione si vede una curva che rappresenta l’andamento della malattia in base ai dati registrati fino all’8 marzo. Stando a questi dati, il numero dei contagi dovrebbe raddoppiare ogni 3 giorni, per raggiungere il picco tra lunedì 16 e martedì 17 (“quasi 4.500 nuovi malati al giorno”), dopodiché inizierebbe la discesa. Nella relazione è riferito che il numero dei casi aggiuntivi resterebbe alto nella prima fase, ma poi andrebbe a ridursi in maniera graduale.
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Contagi Coronavirus Italia: le altre stime
Simile a quella, anche la stima di Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del CNR, che a Quotidiano.net, lo scorso 10 marzo, ha affermato che i contagi sarebbero aumentati per altri 7-10 giorni, raggiungendo il picco massimo dell’epidemia nel nostro Paese, per poi scendere gradualmente.
Interessante il parere di Giovanni Rezza, capo dipartimento malattie infettive dell’ISS, che sullo stesso portale ha affermato il 12 marzo che esistono degli scenari diversi, ma che per questa settimana sono attesi più contagi, in linea con le previsioni di cui abbiamo parlato sopra.
Più lunghe le stime di picco secondo il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, che si aspetta il picco per fine marzo, con una fine del problema tra maggio e giugno. “Si tratta di un virus nuovo”, ha detto ad Adnkronos, “ma l’esperienza cinese e quello che sta accadendo nelle ex zone rosse può dirci molto”. I problemi possono arrivare anche dall’estero, visto che alcuni Paesi non stanno facendo nulla o molto poco, non sono coordinati ed effettuano azioni disomogenee.
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