La gauche è tornata!
Era il 1988 quando François Maurice Adrien Marie Mitterrand veniva eletto per la seconda volta Presidente della Repubblica Francese. Era l’ultima volta che la Francia alle elezioni presidenziali votava a sinistra, prima di inaugurare, nel 1995, un filotto di tre consultazioni che consegnarono all’UMP la seconda potenza economica europea alla destra moderata dell’UMP.
Oggi un altro François, Hollande, riporta il Paese transalpino a sinistra, con una vittoria elettorale secca e indiscutibile, che sotto ogni aspetto segna una profonda e radicale rottura conil passato, segnando un reale landslide del voto degli elettori francesi che non è possibile liquidare con il semplice rifugio nell’astensionismo o in una delusione circoscritta al Presidente uscente Sarkozy.
Risultati delle elezioni presidenziali 2007 e 2012 |
Come evidenzia la tabella (i risultati complessivi sono disponibili a questo link), Hollande supera Sarkozy 51,62% a 48,38%, una vittoria di misura se confrontata con il distacco che cinque anni prima Sarkozy inflisse a Royal, ma comunque quantificabile in oltre un milione e centomila voti.
Il primo dato rilevante per l’analisi elettorale di queste consultazioni presidenziali è naturalmente quello dell’affluenza: i voti validi al ballottaggio sono stati 34.869.809, in calo di circa un milione rispetto al primo turno e di novecentomila rispetto al ballottaggio del 2007. Si è recato alle urne il 97,17% dei votanti al primo turno, contro il 97,42% del 2007. Questa differenza dello 0,26%, quantificabile in meno di centomila voti, evidenzia come in realtà il tema della dispersione del voto e della rappresentatività dei candidati maggiori al di fuori dell’elettorato di riferimento – in special modo per quanto riguarda la predisposizione al voto degli elettori del FN – non fosse altro che un falso problema: che sia stato per reale identificazione o per pragmatismo, i francesi non hanno rinunciato ad esprimere la propria preferenza al ballottaggio solo perché il loro principale cndidato di riferimento era stato escluso dopo il primo turno.
Si tratta certamente di un valore aggiunto per la vittoria di Hollande, in quanto evidenza di una sua reale capacità di intercettare i voti non socialisti piuttosto che una semplice delusione nei confronti di Sarkozy.
[ad]Se il numero di voti validi ha seguito un andamento analogo al primo turno rispetto al 2007, è tuttavia da non sottovalutare il messaggio mandato dalle schede nulle e bianche, quasi triplicato: in aggiunta alla fisiologica popolazione votante, sostanzialmente, si ha evidenza di un chiaro messaggio di protesta, proveniente per lo più dal FN, verso i due candidati principali, espresso attraverso un mezzo chiaro e democratico ed il cuo significato non può essere ignorato. Se tale fenomeno non inficia la fedeltà al voto del popolo francese, da però evidenza di un popolo “aggiuntivo”, quello degli arrabbiati, che non potrà essere ignorato ancora a lungo.
Rispetto al 2007, il candidato socialista guadagna 1.209.998 voti, mentre il Presidente uscente ne perde 2.113.767.
Numeri di questo genere, uniti appunto ad un calo dei votanti di circa 900.000 unità, conducono ad alcune riflessioni sicuramente dirimenti.
In primo luogo, per quanto banale, Hollande è stato in grado di aumentare rispetto al 2007 il consenso assoluto per la candidatura della gauche, e non solo quello percentuale. Non è stato quindi semplicemente il candidato in grado di perdere di meno e di conservare con maggiore efficacia il proprio elettorato di cinque anni prima, ma ha anzi incrementato il numero dei voti, fenomeno piuttosto raro in questo periodo storico.
(per continuare la lettura cliccare su “2”)