Fattura generica: cos’è, quando è reato e chi non deve farla

Pubblicato il 16 Marzo 2020 alle 20:30 Autore: Claudio Garau

Fattura generica: di che si tratta e quando rileva penalmente. Ecco le recenti conclusioni dei giudici della Cassazione: cosa si rischia?

Fattura generica cos'è, quando è reato e chi non deve farla
Fattura generica: cos’è, quando è reato e chi non deve farla

Non è la prima volta che parliamo di fatture. D’altra parte tale documento fiscale è obbligatorio e va redatto da un soggetto fiscale per attestare l’effettiva cessione di beni o prestazione di servizi e il diritto ad ottenerne il prezzo. Vediamo di seguito che cosa succede in caso di emissione di fattura generica: ci sono profili di illecito? che succede? Facciamo chiarezza.

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Fattura generica: quali sono i rischi?

Sintetizzando i contenuti di una recentissima sentenza della Corte di Cassazione, sussistono rischi di contestazione di una truffa fiscale, laddove la giustificazione e i dettagli inclusi nel documento fiscale siano ritenuti vaghi, poco puntuali o troppo sommari. Insomma, secondo la Suprema Corte, redigere una fattura è un’operazione strettamente formale e da essa dev’essere possibile ricostruire il quadro delle attività svolte e tutti gli elementi rilevanti ai fini dei versamenti fiscali. In altre parole, se una prestazione è indicata in modo approssimativo e generico, ciò potrebbe far presumere una operazione inesistente. E sappiamo che le operazioni inesistenti sono punite in quanto reato penale.

La Cassazione, infatti, ha avuto modo di ribadire che la descrizione sommaria nel documento fiscale, se non addirittura infondata, mancante o omessa, potrebbe far intuire che la fattura generica nasconda in realtà un’operazione immaginaria e, pertanto, non veritiera. Tanto basta per la condanna per frode fiscale, proprio come successo all’imprenditore cui la sentenza si riferisce. Per lui infatti è scattata la sanzione penale corrispondente a due anni di carcere: la pronuncia ha infatti parlato di emissione e utilizzazione di fatture false.

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Nel caso concreto affrontato dai giudici, questi ultimi sono pervenuti alla sentenza di condanna, anche tenendo in considerazione e valutando tutta la documentazione contabile, ed hanno concluso per la tesi della fittizietà del fascicolo contabile collegato all’imprenditore, poi condannato.

Concludendo, e tornando alle domande incluse nel titolo, ogni fattura non sufficientemente corroborata da informazioni contabili chiare, complete e veritiere, rischia di essere una fonte di responsabilità penale per qualsiasi imprenditore o lavoratore autonomo. Ne consegue che la fattura generica non è mai un’opzione da prendere in considerazione.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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