In piena emergenza coronavirus, si fanno impellenti le necessità di intervento anche in materia di fisco e tasse, con significative novità in vista per tutti i contribuenti italiani. Vediamo allora di seguito che cosa cambia e quali stop sono in arrivo per adempimenti e versamenti, a seguito dell’approvazione del decreto-legge “Cura Italia”.
Adempimenti e versamenti: quali novità in ambito fiscale?
Si tratta di una vera e propria improvvisa rivoluzione fiscale, giustificata però dall’emergenza non solo sanitaria, ma anche economica. Dal citato decreto-legge, varato proprio in questi giorni, ecco quindi lo stop ai versamenti fiscali e agli adempimenti tributari. In altre parole, un vero e proprio “congelamento” dei rapporti tra contribuente e Agenzia delle Entrate, in attesa che la situazione attuale del paese possa avere un miglioramento. Tale provvedimento del Governo si combina con quanto recentemente dichiarato proprio dai vertici degli uffici delle imposte, i quali avevano già pre-annunciato la sospensione dei pagamenti previsti per metà marzo. In questo contesto, si inserisce infatti il blocco totale degli adempimenti verso il Fisco, a partire da marzo fino alla fine di maggio. Ma di fatto che succederà con il nuovo decreto del Consiglio dei Ministri?
- per ogni cittadino, saranno sospesi tutti gli adempimenti fiscali diversi dai versamenti e dalle ritenute alla fonte e trattenute correlate all’addizionale regionale e comunale, dall’8 marzo al 31 maggio di quest’anno;
- tali adempimenti sospesi andranno di fatto poi svolti entro la fine di giugno.
Insomma, la linea contenuta nel cosiddetto “decreto Cura Italia”, è quella della sospensione, fino al 31 maggio 2020, dei termini legati alle attività di liquidazione, di controllo, di accertamento, di riscossione e di contenzioso, da parte di tutti gli organi del Fisco.
Qual è la finalità dello stop? Cosa succede ai versamenti?
Dovrebbe essere abbastanza chiaro che le intenzioni del Governo, anche sul piano fiscale, sono quelle del varo di un “decreto Cura Italia” che fissa un ampio pacchetto di misure per il sostegno non solo a privati, lavoratori, liberi professionisti ed imprese, ma anche a favore di ciascun singolo contribuente. Si tratta insomma anche di un insieme di agevolazioni fiscali che di fatto prorogano le scadenze e i termini consueti del periodo. Che cosa accade invece ai versamenti?
Ebbene, il decreto Cura Italia ha fissato delle soglie di esenzione, ovvero in esso sono incluse misure ad hoc per tutelare e sostenere tutti coloro che hanno aperto una partita Iva di ridotte dimensioni (ovvero con ricavi non oltre i 2 milioni di euro nel periodo di imposta precedente), i quali sono anche gravati dalle differenti disposizioni normative dei giorni scorsi, che hanno fortemente limitato le attività commerciali ed imprenditoriali (e quindi gli incassi), per frenare l’impennata dei casi di coronavirus in Italia. Secondo quanto deciso dal Governo, ecco le agevolazioni per i soggetti citati, con lo stop dell’obbligo del versamento tributario entro marzo delle somme:
- collegate alle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilato;
- collegate alle trattenute dell’addizionale regionale e comunale;
- collegate all’imposta sul valore aggiunto;
- collegate ai contributi previdenziali e assistenziali;
- collegate ai premi per l’assicurazione obbligatoria.
Pertanto, solo in un secondo tempo, ed a seguito del superamento della crisi sanitaria, sarà possibile riscuotere nuovamente quanto dovuto, ma ovviamente senza l’applicazione di sanzioni o interessi. Tali versamenti saranno quindi eseguibili entro la fine di maggio 2020, anche fino a 5 rate mensili a decorrere dallo stesso mese. Vedremo nei prossimi giorni se, a queste misure fiscali, se ne aggiungeranno altre di ulteriore supporto a famiglie ed imprese.
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