Uno dei tanti argomenti controversi di questa emergenza coronavirus riguarda i tamponi, ovvero l’esame, ripetuto due volte, per verificare la positività al Covid19. Come in altri Paesi europei viene fatto solo a chi presenta dei sintomi, e solitamente sintomi importanti, quindi non solo tosse e febbre, ma anche problemi respiratori. Agli altri, per esempio agli asintomatici, viene fatto solo se vi è stato un comprovato contatto con un positivo.
E ovviamente vi sono polemiche, perché da molte parti si guarda all’esempio della Corea del Sud, dove sono stati effettuati circa 300 mila tamponi a fronte di circa 8.500 contagi, potendo così isolare anche gli asintomatici, che sono contagiosi come o quasi come coloro che hanno sintomi. Zaia, governatore del Veneto, vorrebbe seguire questa strada, come l’emiliano Bonaccini.
Ma quale è la situazione in Italia? Vediamo di seguito un’infografica, si possono selezionare le regioni, una, due o tutte, per osservare in quali sono stati fatti più tamponi. In relazione al numero dei contagi però. Perché è ovvio che in numero assoluto è in testa la Lombardia, con 48.983 su un totale nazionale di 165.541, ma perché è anche la regione con più casi.
Nelle Marche si fanno meno tamponi in proporzione ai casi
In proporzione ai contagi è invece il Lazio al primo posto nell’ultima settimana, e ieri ha raggiunto i 15,4 tamponi per caso trovato. Circa otto volte di più che nelle Marche, una delle regioni più colpite al Centro-Sud, dove invece se ne sono fatti solo 2,6 per caso positivo.
La Lombardia con 2,8 è penultima, e il dato sembra dare ragione a coloro che lamentano il numero troppo ridotto di test vista la presenza massiccia, probabilmente anche nascosta, del virus. L’Emilia Romagna, la seconda regione più colpita, è a quota 3,4 tamponi per contagiato. Molto più in basso del Veneto, dove si arriva a 12,7.
Solo nel Lazio e in Calabria, a quota 12,9, si fanno più tamponi.
In generale nel tempo i tamponi sono cresciuti, ma a un ritmo inferiore dei contagi, quindi il rapporto tamponi/contagi è andato a diminuire un po’ ovunque, con poche eccezioni. Tra queste il Trentino Alto Adige, dove ieri si è toccato il record settimanale, 6,1.
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