Siete in possesso della nuova autocertificazione Coronavirus digitale, ovvero visualizzabile tramite app e smartphone? Sappiate che non è valida: è legale solo il documento cartaceo. Nelle scorse ore era circolata la notizia di un’autocertificazione da mostrare tramite app sullo smartphone, ma è stata la stessa Polizia di Stato a smentire la validità legale di questa possibilità. Infatti, nonostante la velocità e la semplificazione della procedura, ciò “si pone in contrasto con le prescrizioni attualmente vigenti”. Pertanto l’unico documento legittimo da presentare nel caso in cui si esca per motivi di stretta necessità (approvvigionamento alimentare, motivi di salute o acquisto farmaci) è l’autocertificazione cartacea.
Nuova autocertificazione Coronavirus digitale: perché non è valida
Il motivo principale per il quale non è possibile ricorrere all’applicazione sullo smartphone è che l’autocertificazione va firmata dal soggetto che la presenta e controfirmata o comunque certificata dall’operatore di polizia che effettua il controllo. Quest’ultimo può anche prendere il documento ed effettuare ulteriori verifiche, come ad esempio verificare se il soggetto fermato è risultato positivo al Coronavirus (e quindi dovrebbe restare in isolamento). Inoltre la Polizia Postale ha affermato che “il ricorso a servizi non ufficiali né autorizzati da Autorità pubbliche per la compilazione del modello di autodichiarazione, esponga i cittadini a una ulteriore e non secondaria insidia, legata al rispetto della dimensione della loro privacy”.
Infatti, precisa la Polizia Postale sulla propria pagina Facebook (che invitiamo tutti a seguire cliccando su questo link), i dati presenti sul modello di autocertificazione permettono di rivelare non solo la frequenza e il tipo di spostamento del soggetto, ma anche le ragioni, personali e riservate, che giustificano lo spostamento e che possono ricondursi a informazioni sensibili come lo stato di salute, le esigenze personali e le circostanze lavorative.
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“L’acquisizione e la gestione di tali dati sensibili da parte di soggetti terzi, secondo quanto dispone il Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati (GDPR) e le prescrizioni nazionali in tema di diritto della privacy, sono sottoposte a precisi obblighi in tema, fra l’altro, di correttezza e trasparenza, consenso informato, limitazione del trattamento a specifiche finalità, aggiornamento e soprattutto integrità e riservatezza”. Questi obblighi sono validi come garanzia per tutti i cittadini contro potenziali e pericolosi abusi, che, peraltro, si stanno già verificando. Invitiamo dunque tutti alla massima attenzione alle truffe e alle fake news in circolazione.
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