Nuovo doodle di google (qui l’articolo su quello dello scorso 22 gennaio dedicato ad Anna May Wong). Oggi, venerdì 20 marzo 2020, Google omaggia Ignaz Semmelweis, medico ungherese che introdusse una cosa oggi banale negli ospedali: la pulizia delle mani prima dell’operazione. Il dottore nasce il 1° luglio 1818 a Buda (la Budapest di oggi) e muore il 13 agosto 1865 a Dobling. Oggi è 20 marzo, quindi Mountain View non celebra l’anniversario della sua nascita e della sua morte bensì quello dell’inizio del suo tirocinio. Perché? Perché Semmelweis introdusse negli ospedali una pratica che salvò milioni di vite: il lavaggio delle mani, atto doveroso oggi che ha acquisito una fondamentale importanza.
Chi era Ignaz Semmelweis e cos’ha scoperto
Ignaz Semmelweis ha studiato Medicina presso l’Università di Pest e poi in Austria, a Vienna. Le sue scoperte in ambito scientifico-sanitario hanno salvato la vita a milioni di donne puerpere, ma possiamo dire anche a milioni di persone. Non è un caso che il suo soprannome è “salvatore di madri”. Lui è stato il primo a capire che la febbre puerperale (ovvero l’influenza che colpiva le donne subito dopo il parto) era determinata dalla trasmissione dei batteri da parte degli operatori sanitari. Ciò poteva essere evitato solo tramite un’accurata disinfezione delle mani.
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Semmelweis lavorava all’Ospedale di Vienna quando fece questa scoperta, analizzando i dati dei decessi che avvenivano in due reparti diversi e scoprendo che in uno erano molto più alti rispetto che a un altro. Il primo reparto era quello degli specializzandi, mentre il secondo era quello in cui lavoravano le ostetriche. Gli specializzandi, dopo aver praticato la dissezione sui cadaveri, non praticavano una corretta igiene e disinfezione delle mani, trasportando così i batteri nell’altro reparto e provocando la febbre puerpera. Semmelweis lavorò così a una soluzione igienizzante che depose in una bacinella nella quale i medici erano tenuti a lavarsi le mani dopo le autopsie. Fu una scoperta fondamentale in ambito sanitario, perché nel reparto dove nascevano i bambini il tasso di mortalità passò dal l 16%, arrivando al 2%.
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La scoperta fu fondamentale, abbiamo detto, ma per i posteri. A quel tempo le sue indicazioni venivano prese controvoglia e non con la dovuta attenzione dall’intero settore. Semmelweis, forse malato di Alzheimer, fu rinchiuso in un manicomio contro la sua volontà. Durante un intervento chirurgico contrasse un’infezione setticemica e morì.
“Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis”, scrisse l’amico e collega dermatologo Ferdinand von Hebra.
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