Emergenza Coronavirus in Italia: quando sarà messa la parola fine? È questa la domanda che gli italiani in quarantena si pongono quotidianamente, affacciati alle loro finestre, o passeggiando sui balconi, mirando a orizzonti che al momento (e non sappiamo per quanto) restano un’utopia. Di scenari diversi si parla ogni giorno sui media: ogni esperto dice la sua, poi passa il tempo e il verdetto si modifica. La responsabilità è anche di chi non si attiene alle regole e non limita gli spostamenti, muovendosi in quelle zone dove il rischio di contagio è peraltro molto elevato.
Emergenza Coronavirus in Italia: gli scenari
Tutti ancora abbiamo in mente le immagini delle persone che, qualche ora prima che l’isolamento delle Regioni rosse diventasse realtà, sono salite sui treni della stazione di Milano (e non solo) per tornare al sud (e non solo) dalle loro famiglie. C’è chi è tornato con qualche linea di febbre e oggi ha la famiglia ricoverata in ospedale. Perché esiste anche un problema al Centro e al Sud, oltre che al Nord, e bisogna vedere quanto sarà efficace la possibilità di contenimento. Replicare uno scenario come quello settentrionale nelle regioni del Sud (finora non è previsto) sarebbe un disastro.
E così si parla di picco: quando arriverà il picco dei contagi? Ogni pomeriggio l’appuntamento fisso con i dati della Protezione Civile: più o meno contagiati di ieri, più o meno persone guarite, più o meno morti. Dati su dati, numeri su numeri, dislocati a livello nazionale, ripartiti per Regione, Provincia, città. Notizie positive o negative? Un giorno i casi positivi sono minori rispetto al giorno prima, il giorno dopo la smentita e la disillusione. Inizialmente si era parlato di picco tra lunedì 16 e martedì 17 marzo 2020, ma quei giorni sono passati e bisogna ancora valutare le conseguenze dei rientri al Sud. Prossimo picco previsto tra il 23 e il 29 marzo, ovvero la prossima settimana, dove i casi positivi potrebbero diventare 5.000 al giorno. Eppure ci sono le variabili, come il comportamento degli italiani: rispetteranno o no le regole?
Il modello che prevede 3 scenari (ma quello più positivo è stato già superato)
Un modello simula tre scenari (uno già superato, quello del 18-19 marzo) elaborato da Andrea De Maria e Flavio Tonelli dell’Università di Genova e da Agostino Banchi di Helpy, le altre finestre sono quelle del 23-25 marzo e del 28-29 marzo. “Il modello valuta i contagi tenendo conto sia degli infetti positivi rilevati dai tamponi che di quelli non rilevati ma previsti in funzione dell’effetto ghost, ossia gli asintomatici”, ha spiegato Tonelli all’Ansa. “Simula l’andamento dei casi giornalieri sul periodo considerato e calcola una proiezione di quali individui necessiteranno di terapia intensiva e relative cure mediche”.
Nello scenario base ci sarebbero 90.000 casi positivi tra il 25 gennaio e il 1° maggio, con un picco previsto tra il 23 e il 25 marzo (4.500 casi positivi al giorno). Nello scenario peggiore previsto dal modello il picco è previsto tra il 28 e il 29 marzo (oltre 5.000 casi positivi al giorno): i casi positivi totali sarebbero 150.000.
Impossibile stabilire il picco del Coronavirus: ecco perché
Emergenza Coronavirus in Italia: quando arriva il picco? Nuova previsione
Tuttavia è notizia recente che il picco potrebbe slittare di ulteriori due settimane, come affermato dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. A Rai Radio 2, durante la trasmissione I Lunatici, Borrelli ha affermato che le previsioni le fanno gli esperti, ma “bisogna vedere se sono confermate dai fatti”. Quindi “forse il picco non arriverà la prossima settimana, ma quella dopo”. In conclusione tutti quanti affermano che stiamo convergendo verso il picco e l’auspicio è che questo avvenga quanto prima. Affinché ciò accada, però, occorre rispettare le regole e uscire il meno possibile e solo ed esclusivamente per lo stretto necessario.
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