Nuovo decreto Coronavirus: ordinanze regionali e Ministero della Salute
Nuovo decreto Coronavirus? Alcune regioni anticipano le mosse di Palazzo Chigi, sulla stessa linea si muove il Ministero della Salute
Non è ancora chiaro se verrà licenziato un nuovo Dpcm da Palazzo Chigi mentre la scadenza del 25 marzo si avvicina; nel frattempo alcune regioni anticipano le mosse del governo restringendo ulteriormente le limitazioni già in vigore, sulla stessa linea si muove il Ministero della Salute.
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Nuovo decreto Coronavirus: l’ordinanza del Ministero della Salute
“È necessario fare di più per contenere il contagio” ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza contestualmente all’emanazione di un’ordinanza valida fino al 25 marzo quando dovrebbe arrivare una proroga alle restrizioni via decreto. Ecco, in breve, cosa stabilisce il decreto:
- è vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici;
- non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona;
- sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali;
- restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro;
- nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.
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Nuovo decreto coronavirus: come si stanno muovendo le regioni
Almeno 15 regioni hanno emanato specifiche ordinanze anti-contagio. Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia. In molti casi si dispone un’apposita segnalazione da parte chi è rientrato sul territorio regionale proveniente dalla “zona rossa” delimitata nei primi momenti dell’emergenza coronavirus. In altri, come nel caso siciliano, viene posta la sospensione delle tratte aeree, dei servizi marittimi e degli spostamenti in automobile per le persone (non per le merci).
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