Lo Stato interviene in vari modi a tutela della categoria dei lavoratori. Uno degli strumenti che utilizza per il sostegno economico di essi, è costituito dai cosiddetti assegni familiari, spesso abbreviati in ANF (assegni per il nucleo familiare). Tali assegni rivestono una importanza cruciale per la categoria degli occupati, ed anche in questo ambito va ricordato che vige la regola della prescrizione. Ciò significa che dopo il decorso di un certo lasso di tempo, non è più possibile reclamare alcunché, a titolo di assegni familiari, pur avendone – a suo tempo – maturato i diritti. Vediamo allora più da vicino questi assegni familiari e come funziona, in queste circostanze, la disciplina sulla prescrizione.
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Assegni familiari: che cosa sono e chi sono i destinatari
Chiariamo subito che gli assegni familiari sono prestazioni economiche di sostegno, erogate dall’INPS ai nuclei familiari di diverse tipologie di lavoratori, ma anche a favore dei pensionati. Ecco in sintesi queste tipologie:
- lavoratori dipendenti;
- pensionati da lavoro dipendente;
- parasubordinati iscritti alla gestione separata;
- dipendenti agricoli e titolari di prestazioni a sostegno del reddito (ad esempio cassa integrati e Naspi);
- lavoratori domestici.
In concreto, tali assegni familiari sono “anticipati” e versati dal datore di lavoro, in aggiunta alla retribuzione, in modo da riuscire a garantire la soglia minima di sussistenza al lavoratore e al suo nucleo familiare. In un secondo tempo, il datore compenserà quanto erogato al lavoratore, con i propri obblighi di legge nei confronti dello stesso Istituto di previdenza sociale.
È chiaro insomma che il citato sostegno economico opera laddove il reddito non sia elevato ed, infatti, l’assegno scatta se l’importo del reddito è inferiore a quello fissato ogni anno dalla legge. Pertanto abbiamo che gli importi degli assegni familiari e dei redditi collegati, sono decisi annualmente dall’INPS e inclusi in tabelle ad hoc, valide ed applicate dal primo luglio al 30 giugno dell’anno successivo. Va inoltre rimarcato che, a partire dall’anno scorso, la domanda per l’ottenimento degli assegni familiari mensili va presentata esclusivamente online, sul sito dell’INPS. A questo scopo, per l’assistenza nella compilazione ci si potrà rivolgere, alternativamente:
- ad un centro di assistenza fiscale;
- ad un patronato.
Sarà così possibile inoltrare la propria richiesta all’INPS, essendo acclarato il possesso di tutti i requisiti indicati per l’ottenimento dei benefici in oggetto. Ricordiamo che per poter avere risposta positiva dall’INPS, è necessario non solo avere un reddito al di sotto della soglia fissata dall’INPS, ma anche occorre che il nucleo familiare sia composto da almeno due o più elementi.
Come funziona la prescrizione in questo campo?
Per poter ottenere gli assegni familiari mensili, occorre averne i requisiti. Pertanto, se questi sono persi (ad esempio perché il titolare degli assegni cambia lavoro ed inizia a guadagnare molto di più), scatta la decadenza del diritto al beneficio in esame. Ciò però non significa anche che chi non ha mai fatto domanda per gli ANF, pur avendone i requisiti, non può incassarli in un secondo tempo. In altre parole, è possibile ottenere gli arretrati, sempre però tenendo ben presenti le regole sulle prescrizione.
Senza eccessivi “tecnicismi”, ricordiamo però che la prescrizione, nel diritto civile, è una causa di estinzione del diritto, ma non opera sui diritti che la legge qualifica come indisponibili o sui quali in modo tassativo non applica le regole sulla prescrizione. Se è decorso un certo lasso di tempo (talvolta dieci anni ma anche meno), la prescrizione scatta e determina il venir meno della possibilità di esercitare il diritto di credito collegato, con la conseguente facoltà del debitore di poter rifiutare di saldare il proprio debito. In materia di assegni familiari, è l’INPS il soggetto che, scattata la prescrizione, può legittimamente opporsi alla richiesta dell’interessato, essendosi prescritto il diritto all’assegno. Pertanto, quando scatta la prescrizione in questi casi? entro quando è possibile rivendicare gli arretrati?
Con una apposita comunicazione a riguardo (clicca qui per il testo), è stato proprio l’INPS a chiarire il funzionamento della prescrizione in materia di assegni familiari: essa, in queste ipotesi, è di tipo quinquennale. Ne consegue che il lavoratore o pensionato può domandare esclusivamente gli arretrati degli ultimi 5 anni. Concludendo, se l’interessato vuole fare domanda per assegni familiari risalenti, ad esempio, al 2013 perché maturati in quell’anno, deve sapere che riceverà il diniego da parte dell’INPS.
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