Legge 104 e disabili: importo retribuzione e quanto guadagnano in Italia
Che lavoro fanno i disabili titolari di Legge 104, quale retribuzione percepiscono nel nostro Paese e che tipo di contratto hanno?
I titolari di Legge 104 che lavorano che attività svolgono e che retribuzione percepiscono in media in Italia? In un interessante approfondimento pubblicato su Informazionesenzafiltro.it, Lara Mariani si occupa dei lavoratori disabili che operano nel nostro Paese: una realtà spesso taciuta, di cui si conosce poco e niente, ma che non per questo risulta meno interessante, soprattutto sotto un profilo socio-professionale, statistico e informativo.
Legge 104: disabili e lavoro, quali attività professionali svolgono?
L’indagine condotta dalla Mariani è iniziata prima dell’emergenza Coronavirus e ha permesso di toccare alcuni importanti argomenti, legati soprattutto alla tipologia di lavoro e di contratto che i disabili hanno e alla retribuzione che percepiscono.
Il primo aspetto importante riguarda la collocazione, da non confondere con la postazione di lavoro. La giornalista ha infatti sentito Gabriele Gamberi di Asphi, una fondazione che si occupa di tecnologie digitali finalizzate al miglioramento della qualità di vita dei disabili. “Tutti si fermano alla postazione di lavoro, ma quella dovrebbe essere l’ultima cosa. L’accomodamento ragionevole deve comprendere la capacità di riorganizzare il lavoro e i suoi tempi, deve comprendere la formazione del personale, l’identificazione di un mansionario corretto e solo in seguito l’andamento delle postazioni”. Si tratta di un processo complesso ma fondamentale per “costruire l’identità del lavoratore e non l’identità del disabile”.
Legge 104, lavoro e disabili: la metodologia IPS
Altro argomento importante riguarda il metodo IPS, acronimo che sta per Individual Placement and Support, che si tratta di un sostegno alla persona che ha un disturbo mentale “affinché svolga tutte le attività di ricerca del lavoro nella maniera corretta”. Il supporto, spiega Vincenzo Trono, educatore del Dipartimento di Salute Mentale della Ausl di Bologna, consiste in diverse fasi, dalla preparazione del CV alla ricerca delle offerte di lavoro, fino alla preparazione per i colloqui. “Tutto questo è fortemente motivante per la persona, perché la aiutiamo a cercare l’occupazione che desidera e che è in linea con le sue aspirazioni”. Tuttavia c’è sempre il timore, da parte dei datori di lavoro, “che la disabilità psichiatrica possa creare problemi”. Eppure il metodo IPS è un metodo che sembra funzionare, perché il supporto è anche rivolto all’identità del soggetto e al rafforzamento delle sue motivazioni.
L’attività della cooperativa sociale
Infine c’è la cooperativa sociale CIM, ed eclatante è l’esempio della Taverna del Castoro, la cui situazione rischia di diventare emblematica per spiegare il prima e il dopo Coronavirus. A parlare della retribuzione è il responsabile educativo della cooperativa Remo: “I lavoratori disabili della cooperativa sono nove: quattro nell’assemblaggio e confezionamento, tre al ristorante, uno nel servizio di pulizia e uno in ufficio”. Tutti lavorano assunti con contratto part-time da operaio generico, lavapiatti e impiegato. “Il livello contrattuale è quello previsto dal CCNL cooperative sociali, e nello specifico è un A2 (operaio generico addetto a mansioni semplici, con retribuzione lorda di 1.195,13 euro), oppure un B1 (addetta alla segreteria, con retribuzione lorda mensile di 1.250,81 euro)”. Tuttavia la retribuzione va rapportata all’orario di lavoro, che per l’appunto è part-time. Per quanto riguarda i tirocinanti, questi sono 19 nell’assemblaggio e confezionamento e 6 nel ristorante. Nessuna retribuzione per loro, “ma un’indennità che viene corrisposta, nei nostri casi, dall’ente promotore”, che è regolata dalla Legge Regionale 1/2019 “ed è di almeno 450 euro mensili in presenza di un monte ore superiore a 100/mese e con almeno il 70% di presenze nel periodo”. Se le ore sono tra 51 e 100 l’indennità presenta un importo inferiore.
Emergenza Coronavirus: disabili Legge 104 e lavoro, cosa succede adesso
A oggi, con l’emergenza Coronavirus, tutte le attività di CIM sono sospese. Solo il ristorante si è organizzato in modo tale da svolgere consegne a domicilio. Forse sarà necessario fare dei tavoli di contrattazione, spiega Remo, “e organizzarci per la cassa integrazione”. Cosa mai accaduta in 32 anni di operatività.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it