Gli scandali che non sfiorano il Carroccio

Pubblicato il 27 Maggio 2010 alle 14:53 Autore: Fabio Ronchi
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Scandali e corruzione mietono quotidianamente vittime illustri tra i protagonisti della vita politica italiana, ma per il momento non lambiscono gli esponenti della Lega Nord.

 

[ad]La forte sensibilità etica che alberga nel movimento del Senatur, a cui si aggiungono i caratteri distintivi di compattezza e la capacità di essere espressione del territorio con un particolare orientamento alla ricerca del bene della comunità forniscono per certi versi una chiave di lettura quasi mistica del partito di Bossi.

La classe politica che nasce e cresce all’interno della Lega da oltre vent’anni crede profondamente nel progetto federalista e, il condizionale è d’obbligo in questi casi, pertanto dovrebbe riuscire a mantenersi lontana dalle conventicole e non fraintendere il mandato ricevuto dagli elettori come uno strumento per curare gli affari personali.

 

Il popolo del Carroccio non perdonerebbe mai un suo eletto che ruba e un rappresentante politico colto con le mani “nella marmellata” verrebbe considerato un traditore, un traditore del popolo.

 

Oggigiorno, la comunità territoriale si configura come un grande luogo di socializzazione politica capace di resistere e acquisire importanza di fronte alle progressive minacce della globalizzazione e all’indebolimento  delle tradizionali agenzie di socializzazione politica quali le sezioni di partito, la Chiesa, le bocciofile di paese e così via…

 

Le potenzialità di un presidio costante della comunità territoriale ai fini della raccolta del consenso continuano a essere ben comprese solo dalla Lega Nord. Mentre PDL e PD discutono perennemente di come arrivare a una migliore articolazione del partito sul territorio, la Lega c’è e sta per le strade.

 

Del resto la ricetta del Carroccio non introduce nessuna novità epocale, ma si limita a replicare la strategia dei vecchi partiti popolari, PCI e DC…essere presente, essere presente dovunque, dappertutto.

lega Gli scandali che non sfiorano il Carroccio

L’aspirazione della Lega è quello di essere un grande sindacato del territorio, proprio come lo erano qualche decennio fa il PCI e la DC… ecco perché se le “zone bianche” del Lombardo–Veneto sono ormai “cadute nelle mani” degli uomini del Senatur, anche le “zone rosse” del centro Italia si stanno progressivamente colorando di verde e rappresentano un potenziale  di crescita elevatissimo per la Lega Nord.

 

La sfida per il mantenimento di questa sorta di “purezza” morale garantita dal patto con il popolo, per riuscire a  concretizzare il sogno federalista è una sfida ostica che si presenterà tutti i giorni per gli uomini di Bossi che dovranno riuscire a districarsi tra le mille tentazioni affaristiche che busseranno alle porte dei loro uffici.

 

Riusciranno Bossi, i suoi dirigenti e la Lega Nord tutta a preservare questo “spirito celtico” di patto di lealtà con il popolo o si piegheranno più facilmente all’affarismo, abitante secolare dei  palazzi e dei centri di potere di  Roma e dintorni?