Coronavirus: sospesa l’ultima grande competizione ancora in corso
Il più importante torneo scacchistico dell’anno, il torneo dei candidati (svoltosi a Eketerinburg, Russia), è stato ufficialmente sospeso per il coronavirus
Cade anche l’ultima disciplina innanzi alla pandemia: il più importante torneo scacchistico di quest’anno è stato ufficialmente sospeso. Ne avevamo parlato settimana scorsa, ricordando come fosse l’ultima grande competizione sportiva rimasta in piedi nonostante la pandemia da coronavirus. L’evento è stato seguito, da scacchisti e non, anche per la sua portata politica: tenendosi a Ekaterinburg, in Russia, la capacità di portare a termine la competizione avrebbe comportato una dimostrazione di forza ed efficienza non indifferente. Mentre il resto del mondo era già in lockdown, in Russia il numero di casi accertati era ancora molto basso. L’epidemia non era ancora straripata e la possibilità di mostrare al mondo intero le proprie capacità organizzativa sembrava una valida contropartita.
Stop al torneo dei candidati. La nota ufficiale della FIDE
Putin e il suo braccio destro Arkadij Vladimirovič Dvorkovic (attuale presidente della federazione internazionale di scacchi e organizzatore dei mondiali di Russia 2018) hanno così deciso di dare il via alle danze. Purtroppo, però, la situazione nel territorio della federazione russa è degenerata proprio mentre il torneo dei candidati entrava nel vivo. Dopo le restrizioni imposte da Putin, il presidente della FIDE Arkadij Dvorkovic ha dovuto alzare bandiera bianca: si sospende il torneo dei candidati. Finisce così, prematuramente, l’ultimo grande evento sportivo ancora in piedi.
Il coronavirus blocca anche il mondo degli scacchi. Le polemiche
Prima di decretare lo stop alla competizione, uno degli otto partecipanti, Timor Radjabov, decise di tirarsi indietro per i rischi legati alla diffusione dell’epidemia. Al suo posto subentrò il francese Maxime Vachiere-Lagrave che, al termine dell’ultima partita disputata, si è ritrovato in testa alla classifica. In questo lasso di tempo non sono mancate le critiche di molti scacchisti professionisti, nonché di uno degli otto protagonisti del torneo: Alexander Grischuk aveva confidato ai microfoni della FIDE che non si respirava la giusta tranquillità e serenità. Da lì, la sua speranza che la federazione facesse un passo indietro e sospendesse il torneo. Alla fine, Dvorkovic ha dovuto alzare bandiera bianca: il diktat del presidente Putin non lasciava spazio a malinterpretazioni. A questo punto, il campione del mondo Magnus Carlsen dovrà attendere ancora un po’ prima di sapere chi lo sfiderà per la corona.
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