Huawei Mobile Services: che cosa sono e cosa cambia rispetto ai servizi Google

Successivamente al ban imposto dal presidente USA Donald Trump nel 2019, Huawei ha dovuto correre al riparo: ecco dunque gli Huawei Mobile Services.

Huawei Mobile Services che cosa sono e cosa cambia rispetto ai servizi Google
Huawei Mobile Services: che cosa sono e cosa cambia rispetto ai servizi Google

È passato ormai quasi un anno da quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto alle aziende USA di non collaborare con alcuni partner cinesi. Ciò è dovuto alla paura del numero uno della Casa Bianca di possibile spionaggio da parte del governo del paese mediorientale. La polemica monta tutt’oggi e a farne le spese è stata soprattutto Huawei, che di punto in bianco si è trovata esclusa dalla collaborazione con Google dovendosi rimboccare le maniche e creare dei servizi tutti suoi: da qui la nascita degli Huawei Mobile Services, che hanno già cominciato a sostituire quelli dell’azienda statunitense.

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Che cosa sono gli Huawei Mobile Services

Sui dispositivi Android, Google preinstalla molte delle sue applicazioni più importanti, tra le quali ad esempio Chrome, Google Duo, Google Foto, Maps eccetera. Tutte queste ora non sono disponibili sui device Huawei certificati in seguito all’ufficialità del ban, rendendoli dunque più incompleti. Per questo motivo, la casa di Shenzen è corsa subito ai ripari creando appunto gli Huawei Mobile Services, chiamati a sostituire e competere con Google.

Va da sé che cambia l’esperienza dell’utente medio possessore di un nuovo dispositivo Huawei, abituato a scaricare le applicazioni dal Play Store, noleggiare o acquistare una pellicola su Google Play Film o utilizzare Maps in macchina come navigatore. In linea generale, Google è riuscita a fidelizzare tanto gli utenti grazie a servizi funzionali, concreti e di facile utilizzo per tutti, rendendoli quasi indispensabili per una larga fetta d’utenza.

L’obiettivo degli Huawei Mobile Services è quello di creare un’alternativa altrettanto valida, nonostante sia richiesto diverso tempo per arrivare a competere a pieno. È un po’ quanto fa Apple da sempre, nonostante sui loro device sia possibile installare manualmente le app di Google.

L’esperienza generale degli HMS migliora di giorno in giorno, seppur siano passati solamente pochi mesi dal lancio. Sui dispositivi nuovi – fra i quali P40 e P40 Pro – sono già disponibili preinstallati e grazie all’App Gallery, controparte del Google Play Store, si può avere una vasta gamma di scelta riguardo le applicazioni da scaricare, con quelle principali già presenti o comunque in dirittura d’arrivo.

Il punto della situazione e l’opinione generale

Detto che l’esperienza – per chi abituato a Google – cambia, è anche vero che la concorrenza in linea generale fa sempre bene, specie quando sono solamente due competitors a sfidarsi sotto questo punto di vista. Con la giusta dose di tempo, è probabile che gli HMS si uniscano ufficialmente alla corsa, considerando che possono sicuramente contare sul forte apporto dell’utenza cinese. Scongiurato (per il momento) il rischio di dover abbandonare Android, anch’esso di proprietà Google, Huawei non è intenzionata a regalare nulla ai produttori rivali nonostante la situazione attuale, soprattutto Samsung ed Apple.

Fidelizzare è una delle parole chiave, come ha sempre fatto Big G, per avere la sicurezza di investire in risorse per migliorare i propri servizi a tutto tondo. Chiaramente l’utente medio probabilmente non sa che andando ad acquistare un telefono Huawei di nuova generazione troverà questa novità, perciò è sempre bene informarsi prima di mettere mano al portafogli.

L’opinione generale si spacca nettamente: da un lato chi pensa che Huawei perderà tantissimo a causa di questo ban – pur non avendo ancora colpe dimostrate -, dall’altro chi spera in appunto una concorrenza che porti un miglioramento generale del mercato. Gli HMS crescono (400 milioni di utenti attivi mensilmente le ultime stime dei vertici Huawei) e sono attese ulteriori novità prossimamente. La strada è lunga e la situazione fronte ban sembra rimanere sempre la stessa per la casa cinese.

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