Circa dieci giorni fa abbiamo pubblicato il pezzo “Gli scandali che non sfiorano il Carroccio”, in cui l’autore sosteneva la particolare “impermeabilità” della Lega Nord agli scandali relativi alle note e frequenti vicende di corruzione nella vita politica italiana. Il seguente articolo è da ritenersi una continuazione di quello e, in un certo senso, una sua spiegazione.
A supporto della tesi enunciata nell’ultimo articolo, che aveva semplicemente cercato di offrire ai lettori una fotografia reale della percezione attuale del movimento di Bossi nell’elettorato, è giunta proprio in questi giorni un’indagine dell’istituto di ricerche triestino SWG sulla moralità dei partiti.
Dal sondaggio, condotto on-line tramite il sito Affaritaliani.it su un campione di 1200 soggetti nei giorni 3 e 4 giugno 2010 (metodologia CAWI), è emerso che secondo la maggioranza degli intervistati la corruzione non ha un preciso colore politico, ma piuttosto è un fenomeno correlato alla gestione del potere.
Ma disaggregando i dati in base alle appartenenze politiche, gli elettori di centrosinistra perlopiù ritengono che i politici di centrodestra siano maggiormente coinvolti in episodi di malcostume, mentre ben l’88% degli elettori di centrodestra ritiene che la corruzione ristagni tra quanti stanno al potere, indipendentemente dal colore politico. La superiorità morale, che per decenni è stato uno dei cavalli di battaglia del centrosinistra, è un sentimento minoritario: il 60% degli intervistati non la riconosce.
Infine, il responso più interessante che emerge dall’indagine, e che per molti (ma non per tutti) può costituire una sorpresa, è che tra gli attuali partiti presenti in Parlamento, il partito più affidabile dal punto di vista dell’integrità morale è la Lega Nord secondo il 37% del campione.
La Lega distanzia nettamente le altre formazioni: in seconda posizione, con il 17% si collocano a pari merito il Partito Democratico e l’Italia dei Valori. Il Popolo della Libertà si ferma al 9%, mentre l’Unione di Centro di Casini non va oltre il 4%. “Nessuno di questi” è invece la risposta del 16% degli italiani coinvolti nell’indagine.
Anche alla luce di questi dati, è necessario sottolineare come lo scopo di questo articolo (come del precedente) sia quello di presentare un’analisi della percezione che l’elettorato ha sugli attuali protagonisti della scena politica nazionale. Indipendentemente dalla verità, da fatti ed episodi reali e da eventuali sentenze. Il parere di chi vi scrive è che chi si interessa di comunicazione politica non può sottostimare uno spunto di riflessione che riguarda il modo con cui i principali attori politici vengono visti dall’opinione pubblica.