Reddito universale a tutti per coronavirus: la proposta di Grillo
Ha fatto discutere i giorni scorsi la proposta del Presidente dell’ Inps, Pasquale Tridico, di estendere il reddito di cittadinanza come reddito di base universale. A rilanciarla oggi, è proprio Beppe Grillo che torna a parlare di quel che era un vecchio cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle degli esordi: il reddito universale, di base e incondizionato.
Prima ancora che il M5S mettesse a punto l’attuale Legge sul reddito di cittadinanza, i grillini d’antan erano strenui difensori di una misura di welfare che ha poco a che vedere con la Legge poi varata.
Il reddito di base universale, infatti, è concepito come un diritto incondizionato, ovvero indipendente dal livello reddituale e patrimoniale delle persone e non vincolato ad obblighi di lavoro. Diversamente dal reddito di cittadinanza che, secondo la Legge, prevede l’obbligo da parte del beneficiario di attivarsi per cercare lavoro (per cui, un volta trovato lavoro, la misura cesserebbe), il reddito universale è incondizionato, spetta a tutti “per diritto di nascita, dai più poveri ai più ricchi”, secondo le parole del cofondatore del M5S.
Reddito universale per tutti: cosa ha detto Grillo
Circola da settimane la proposta di un reddito di quarantena, da quando Gianmario Cinelli, e Antonio Costagliola e alcune associazioni come il Basic Income Network-Italia e testate come Il Manifesto l’hanno proposto come misura di sosteno al reddito integrativa al “Cura Italia” del governo Conte.
L’idea oggi è stata rilanciata da Beppe Grillo, da sempre sostenitore di un reddito di base universale. ” La via d’uscita da questa crisi – esordisce Grillo nel suo post – non può essere come quella del 2008, quando si è preferito salvare le banche a discapito del popolo”. “Se nel 2007 – prosegue – avevamo affrontato una crisi finanziaria, che si era propagata all’economia reale, qui siamo di fronte a qualcosa di molto più radicale, una crisi che investe tutti i settori“. Il rischio è quello che “milioni di italiani non avranno nei prossimi mesi un’entrata garantita”. E’ arrivato il momento, dunque, “di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro“.
Poi, il visionario leader del Movimento torna ad insistere sull’idea originaria di reddito universale come conseguenza inevitabile e necessaria dello sviluppo tecnologico delle forze produttive: “abbiamo sempre detto che circa il 50% dei posti di lavoro negli anni sarebbero scomparsi per l’automazione e i cambiamenti tecnologici. Quei cambiamenti adesso sono avvenuti non in anni, ma in un solo mese. Con un colpo di tosse” – ribadisce ironicamente Grillo, il quale insiste: “è’ giunto il momento di stravolgere il nostro status quo, se non ora, quando?“, con una chiosa che sembra far riferimento alla campagna lanciata qualche giorno fa proprio dal BIN-Italia.
Un’idea che viene da lontano
Lungi dall’essere una proposta grillina, il reddito universale è un programma politico che ha origini profonde e variegate nel mondo occidentale a partire dagli anni Settanta e con una forte accelerazione dagli anni Novanta.
L’idea di un reddito di base universale è stata formulata da vari economisti, giuristi, sociologi e scienziati politici come estensione, oltre le tutele del mondo del lavoro, delle garanzie sociali legate alla cittadinanza,, per far fronte a un sistema economico e sociale sempre più dominato da disoccupazione e precarietà come fenomeni strutturali.
La realizzazione di un reddito universale, dunque, è fortemente legata alle trasformazioni del Welfare e dei sistemi di previdenza sociale.
In italia, uno dei primi contributi sul reddito universale si deve all’economista Andrea Fumagalli, le cui dieci tesi sul “reddito di cittadinanza” alimentarono, alla fine degli anni Novanta, il dibattito sull’esigenza di nuove forme di tutele sociali.
Nella diversità degli approcci, le diverse proposte di reddito di base universale sono accomunate da due caratteristiche: incondizionalità e universalità. Il reddito viene erogato a tutti i cittadini, in quanto tali, a prescindere dalle loro condizioni economiche e da vincoli lavorativi.
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