Dopo l’emergenza Coronavirus bisognerà ripartire, il prima possibile, il più presto possibile: le proposte del leader della Lega Matteo Salvini vanno in direzione di un reset totale, tradotto in una pace fiscale ed edilizia completa, una sorta di maxi-condono, anche se a Il Giornale l’ex ministro dell’Interno preferisce non utilizzare questo termine “che poi mi saltano tutti in testa”. Per il leghista, tuttavia, l’unica strada resta “un nuovo patto sociale”, non certo la sospensione di qualche cartella fiscale. “Dobbiamo ricominciare tutto daccapo o non ne usciremo”.
Pace fiscale ed edilizia per ripartire? La proposta di Salvini
Aprire tutto, si disse poco più di un mese fa. Chiudere tutto, si disse poco dopo. Adesso bisogna ripartire. Matteo Renzi voleva riaprire le aziende anche prima di Pasqua, ma per la comunità scientifica sarebbe stata una follia. In ogni caso, vista la curva epidemiologica in discesa (stando ai dati degli ultimi giorni), ora i pensieri di tutti vanno alla ripartenza. Il quando e il come sono due questioni che cercano una soluzione. Per Salvini è meglio ripartire dopo Pasqua, ma solo se le condizioni di rientro a lavoro saranno di assoluta sicurezza. “Questo non dovrà avvenire solo grazie alla genialità dei nostri imprenditori che si stanno già reinventando produttori di mascherine e macchinari sanitari, riorganizzando le loro aziende alle nuove esigenze”. No, la tutela della società è un dovere, un obbligo che spetta allo Stato, commenta il leader leghista.
La cui opinione sembra essere dunque differente da quella del governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, per il quale la ripartenza e il ritorno alla normalità dovrà essere lento e graduale, con obiettivo fissato verso il mese di giugno.
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