Stiamo assistendo al meglio dell’Italia, basta volerlo vedere

Pubblicato il 31 Marzo 2020 alle 18:04 Autore: Nicolò Zuliani

Possiamo scegliere cosa vedere e cosa ricordare dell’evento più grande della nostra generazione.

Stiamo assistendo al meglio dell’Italia, basta volerlo vedere

Il coronavirus è la grande tragedia della nostra generazione. Forse è vero che arriveranno altre pandemie, forse è vero che ci aspetta una crisi economica e tempi duri. Non lo so. Oggi nessuno può azzardare previsioni concrete di quello che ci aspetta fuori dalla quarantena, ma può scegliere cosa guardare dal proprio divano.

In questi giorni di arresti domiciliari, in mezzo a un oceano di buio e morte, quello che vedo è lo stesso popolo di duecento anni fa; quello che s’ingegna, s’arrabatta, tira a campare e tra una protesta e un’imprecazione fa cose straordinarie.

C’è il vecchietto di 85 anni che torna in corsia perché c’è bisogno. Il sindaco di Asolo che va (torna) a fare l’infermiere. Non ci sono respiratori, allora un tizio di 35 anni s’inventa di convertire le maschere da sub della Decathlon e la cosa funziona, tanto che poi la Decathlon ne dona 10,000. La Siare engineering che produce respiratori e ritmi accelerati grazie ai militari, facendo turni di 15 ore.

Sorgenia crea il progetto “vicino a chi ami” e regala a centinaia di anziani soli dei dispositivi per tenersi in contatto coi parenti. Brondi dona 1000 telefonini alla croce rossa, LG dona 200 smartphone. La Cimbali, che produce macchinette del caffè, dona dieci ventilatori polmonari al SSN. Questo s’è inventato la grappa spray per igienizzare la gola, Cristo.

Uomini e donne delle forze armate regalano una mascherina a un anziano che non può fare la spesa, a un altro nelle stesse condizioni i Carabinieri regalano gli alimenti, alcuni lo fanno anche a fine turno. E da parte dei civili, un benefattore anonimo fa una donazione importante alle forze dell’ordine, un tappezziere fa mascherine gratis per FF.OO e anziani. Un egiziano accolto 10 anni fa e oggi fruttivendolo regala frutta e verdura.

A Napoli, a Roma, spuntano dappertutto cesti con scritto “chi può metta, chi non può prenda”. Nei quartieri spagnoli girano scooter che vanno e vengono per consegnare la spesa a domicilio. E questo siamo noi. Dall’estero, un po’ come parenti lontani, ci arrivano aiuti anche da amici dimenticati più poveri di noi ma che sono accorsi ad aiutarci come albanesi e cubani.

Da ogni parte d’Italia escono storie di coraggio, abnegazione e solidarietà, ed è questo che rimarrà nei libri di Storia tra cent’anni: l’umanità che prevale grazie a inventiva, capacità d’arrangiarsi e spirito di gruppo. Rimarranno le foto del personale sanitario crollato dalla stanchezza, le bandiere ai balconi, Bergoglio in piazza San Pietro sotto la pioggia, le città vuote. In questi giorni di paura ho il raro privilegio di poter assistere a uno spettacolo che alla generazione dei boomer è mancato: quello di una nazione coesa che lotta in corsia e prega in salotto per la stessa cosa, con quel che ha a disposizione, e in cui il credo politico all’improvviso è rilevante come la pettinatura.

Di vigliacchi mascherati da individualisti, di disfattisti mascherati da cinici, di meschini mascherati da iconoclasti non rimarrà niente. Io voglio vedere il meglio del mio popolo perché è la sola cosa che rimarrà.

Come sempre.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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