L’emergenza coronavirus pone nuove tematiche e questioni, giorno dopo giorno. È recentissima infatti l’iniziativa dei medici chirurghi italiani, i quali a gran voce domandano la garanzia dell’immunità penale, ovvero uno “scudo” valevole per tutta la durata dell’emergenza coronavirus. La finalità è chiaramente quella di contrastare, per questa via, possibili denunce e azioni legali – in materia di Covid-19 – da parte dei cittadini contro il personale sanitario. Entriamo di seguito più nel dettaglio e vediamo quali novità normative potrebbero scattare a breve.
Immunità penale per i medici: la proposta e cosa potrebbe cambiare
Siamo finora sul piano di un progetto, di una proposta che è al vaglio del Senato e che potrebbe, entro poco tempo, confluire nel decreto Cura Italia (che andrà convertito in legge entro aprile), in qualità di emendamento. È facile comprendere il bisogno di tutela di personale medico e sanitario, in questo complicato periodo fatto di turni estenuanti ed emergenze sanitarie continue, particolarmente forti in alcune aree d’Italia come Bergamo e territori vicini.
Pertanto, a causa della situazione di estremo stress e dell’orario di lavoro logorante a cui medici ed infermieri sono sottoposti ultimamente, l’accennata richiesta è stata consequenziale: un’immunità penale che garantisca e protegga contro il rischio di denunce e domande di risarcimento danni per imperizia, negligenze, errori, omissioni e carenze organizzative, che certamente possono essere più probabili in situazione di grave emergenza sanitaria. Si tratterebbe insomma di un vero e proprio scudo penale contro chi – in qualità di paziente o di parente del paziente deceduto per coronavirus – potrebbe lamentare, ma ingiustificatamente, eventuali disservizi da parte del personale medico e sanitario.
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L’allarme è stato lanciato a seguito delle già numerose iniziative di vari studi legali che prefigurano azioni in tribunale, fondate sulla denuncia di presunte “infezioni ospedaliere”; anzi, negli ultimi giorni non è raro imbattersi in annunci, proposte ed inserzioni nel web, che fanno pubblicità e invitano a servirsi della consulenza, anche gratuita, di professionisti per intraprendere cause legali contro medici, infermieri ed ospedali. La proposta normativa sull’immunità penale registra comunque il totale appoggio della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi, dello Snami (il sindacato autonomo dei medici), ma anche del Consiglio Nazionale Forense; quest’ultimo, in particolare, nei giorni scorsi si è distanziato dai suddetti avvocati che invitano a fare causa per malasanità proprio ora, forse per scopi di lucro ben poco apprezzabili.
Ecco allora la risposta della categoria dei medici, con la ferma richiesta di una tutela legislativa: un emendamento che introduca l’immunità penale nel Cura Italia e che quindi eviti il rischio che il personale ospedaliero incappi in una responsabilità amministrativa, penale, erariale o civile. Tale scudo varrebbe per tutta la durata della fase emergenziale, ovvero dal 31 gennaio scorso fino al 31 luglio 2020. Chiaramente, resterebbero fuori da tale garanzia soltanto i casi di dolo conclamato (ovvero di coscienza e volontarietà di compiere il fatto dannoso) e debitamente provato nelle opportune sedi. Si tratterebbe insomma di una norma di deroga ad ogni altra disposizione vigente, un articolo ad hoc nel Cura Italia, per il quale la responsabilità viene di fatto annullata per tutta la durata dell’emergenza Covid-19.
Concludendo, è necessario attendere ancora qualche giorno per capire se tale proposta, come auspicato dall’intera categoria dei medici, riceverà l’ok del Parlamento. In tal caso, confluirà nel Cura Italia, destinato alla conversione in legge entro qualche settimana.
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