Diritti disponibili come parola chiave del diritto: cosa sono e quali i requisiti

Pubblicato il 3 Aprile 2020 alle 08:00 Autore: Claudio Garau

Diritti disponibili ed indisponibili: perchè la legge fa questa differenza? su che cosa è fondata? Alcuni esempi pratici e i limiti da rispettare.

Diritti disponibili come parola chiave del diritto cosa sono e quali i requisiti
Diritti disponibili come parola chiave del diritto: cosa sono e quali i requisiti

Il mondo del diritto è fatto di una vasta varietà di concetti e istituti che, per chi non un è un “addetto ai lavori”, potrebbero anche comportare difficoltà di comprensione, se non addirittura equivoci e fraintendimenti. Tuttavia, tali concetti e istituti incidono sensibilmente sulla vita quotidiana dei cittadini e, pertanto, meritano di essere conosciuti e capiti. Tra essi, non possono non essere qui menzionati i cosiddetti “diritti disponibili“, che spessissimo vediamo citati e considerati in vari atti di legge e normative e che hanno grande rilievo in molteplici situazioni pratiche. Ecco allora cosa sono di preciso e come distinguerli, senza cadere in equivoco.

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Diritti disponibili: che cosa sono?

Come suggerisce il nome, i diritti disponibili sono quelli di cui il titolare può disporre, ovvero di cui può decidere che cosa fare. Tra essi troviamo per esempio il diritto di credito o il diritto di proprietà su beni mobili o immobili. Questi possono essere oggetto di varie scelte di volontà del titolare che potrà, pertanto, compiere in relazione ad essi atti di locazione, rinuncia, vendita ecc. Ad esempio, un creditore potrà liberamente cedere o ridurre il credito vantato nei confronti del debitore.

Inoltre, i diritti disponibili hanno generalmente un contenuto economico che si distingue dalla sfera, per così dire, più personale del soggetto. In altre parole, sono diritti suscettibili di una stima, di una valutazione all’esterno e, pertanto, comunemente si dice che hanno un contenuto patrimoniale e idoneo ad incidere sull’ammontare delle finanze del titolare.

Tuttavia, parlare di diritti disponibili ci porta inevitabilmente anche a considerare i diritti opposti, ovvero i cosiddetti “diritti indisponibili“, come vedremo tra poco. I primi, come ovvio, trovano disciplina in una grande quantità di norme e leggi nel Codice Civile e nella stessa Costituzione italiana.

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Diritti indisponibili: la differenza

Come accennato, la legge conosce anche i diritti indisponibili che, come dice la parola stessa, non consentono al titolare di svolgere negozi giuridici o atti con essi ad oggetto: non ne può insomma liberamente disporre. Usualmente, questi non hanno un contenuto patrimoniale e sono collegati alla sfera più intima e personale dell’individuo: tra essi, sono infatti inclusi il diritto al nome, il diritto al voto, alla salute e alla vita. Ma non solo: sono diritti indisponibili anche i quelli che scaturiscono dal legame matrimoniale e quelli che attengono al contesto familiare (ad esempio i diritti all’educazione riconducibili ai figli, oppure i diritti all’assistenza materiale e morale spettanti al marito e alla moglie).

Talvolta anche i diritti patrimoniali sono indisponibili: facciamo riferimento al diritto del lavoratore alle ferie, allo stipendio e agli alimenti. A differenza dei diritti disponibili, quelli indisponibili non possono mai essere oggetto di accordi o transazioni di alcun tipo: in tali circostanze, infatti, scatterebbe la nullità per l’atto di disposizione di un diritto per sua natura indisponibile e per giunta potrebbe pure essere acclarata in giudizio una responsabilità penale in capo a chi ha liberamente disposto, pur non potendolo fare.

Concludendo e ritornando alla categoria dei diritti disponibili, va rimarcato che, anche per essi, la legge talvolta fissa dei limiti alla libera disposizione. Quali sono questi limiti? Eccoli in sintesi:

  • buon costume, ovvero il complesso dei principi di etica sociale e della morale comune;
  • ordine pubblico, cioè l’insieme delle norme che regolano la vita sociale della comunità e che assicurano la tranquillità e la sicurezza dei cittadini;
  • norme imperative, che – per la loro estrema rilevanza – non possono essere derogate dalle libere scelte dei privati e anzi talvolta derogano esse stesse a norme generali altrimenti applicabili.

È chiaro insomma che è assai utile sapere cosa sono i diritti disponibili ed indisponibili, stante la mole di applicazioni pratiche che hanno nella vita di tutti i giorni, in relazione a tante situazioni rilevanti per il diritto.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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