Medici morti coronavirus: c’è una categoria che più di altre sta pagando un prezzo altissimo alla pandemia in atto. Parliamo dei medici e più in generale degli operatori sanitari che in queste settimane sono in prima linea per curare i tanti contagiati da COVID-19.
Medici morti coronavirus e operatori sanitari contagiati
È un elenco tristissimo e purtroppo in costante aggiornamento quello dei decessi in ambito lavorativo sanitario. Le vittime censite dalla Fnomceo sono sino ad oggi, 3 aprile 2020, conta – solo come medici – in totale 77 decessi. Gli ultimi camici bianchi che hanno perso la vita sono: l’odontoiatra Gianroberto Monti, il pediatra ed ex primario dell’ospedale di Desio Luciano Riva e il medico di famiglia Federico Vertemati. A darne notizia è la Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, sul suo sito in una sezione listata a lutto.
Sul sito la Federazione ha scritto: “Si allunga purtroppo il triste elenco dei Medici caduti nel corso dell’epidemia di Covid-19. E mentre aumenta il dato ufficiale degli operatori sanitari contagiati, diffuso ogni sera dall’Istituto Superiore di Sanità (ieri ammontava a 2629), molti sono i medici che muoiono improvvisamente, anche se la causa della morte non è direttamente riconducibile al virus, perché il tampone non viene effettuato. Da oggi, riporteremo i loro nomi qui, sul Portale FNOMCeO, che resterà listato a lutto in loro memoria, in un triste elenco che verrà via via aggiornato”.
Scudo penale medici, il testo dell’emendamento
Medici morti coronavirus – In discussione in Parlamento come emendamento al decreto Cura Italia il cosiddetto scudo penale per i medici. L’obiettivo consiste nell’evitare che a margine dell’emergenza, nella quale i medici ed il personale sanitario è chiamato ad operare in condizioni spesso proibitive, si scateni contro di loro una sorta di persecuzione legale dovuta al numero di decessi e delle difficoltà generali.
Il testo dell’emendamento presentato da Marcucci (Pd): “Per tutti gli eventi avversi che si siano verificati o abbiano trovato causa durante l’emergenza epidemiologica COVID-19 di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, le strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie – professionali – tecniche amministrative del Servizio sanitario non rispondono civilmente, o per danno erariale all’infuori dei casi in cui l’evento dannoso sia riconducibile: a) a condotte intenzionalmente finalizzate alla lesione della persona; b) a condotte caratterizzate da colpa grave consistente nella macroscopica e ingiustificata violazione dei principi basilari che regolano la professione sanitaria o dei protocolli o programmi emergenziali predisposti per fronteggiare la situazione in essere; c) a condotte gestionali o amministrative poste in essere in palese violazione dei principi basilari delle professioni del Servizio sanitario nazionale in cui sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it