Cosa sono i reati tributari e quali i cambiamenti per gli evasori fiscali
Reati tributari e novità in materia di sanzioni penali: che cosa cambia per gli evasori e per tutti coloro che non sono in regola con il Fisco?
Pur nel pieno dell’emergenza coronavirus, è preferibile non dimenticarsi di quella che è la nuova disciplina normativa e sanzionatoria, in materia di reati tributari. In effetti, da poco tempo sono state introdotte novità di rilievo e pene più pesanti nei confronti di chi, per versare meno denaro al Fisco, decide di falsificare i dati contabili o fare dichiarazioni comunque non corrispondenti alla realtà. Facciamo allora chiarezza su questo contesto, sui reati tributari e sui fattore chiave della nuova disciplina.
Reati tributari: di che si tratta?
Preliminarmente sgomberiamo i dubbi sulla natura dei reati tributari: cosa sono? Ebbene, darne una definizione non è operazione complessa: essi altro non sono che tutte quelle violazione di leggi e norme fiscali che possono avere di fatto una rilevanza in ambito penale. Rientrano insomma in una particolare categoria di illeciti penali e, tra essi, ricordiamo qui di seguito alcuni dei più noti e citati anche nelle notizie di cronaca: occultamento e/o distruzione di documenti contabili; evasione d’imposta; dichiarazione infedele, oppure fraudolenta tramite fatture o altri documenti, per operazioni inesistenti; omessa dichiarazione dei redditi o IVA.
Fonte primaria di riferimento, in materia di reati tributari, è il d. lgs. n. 74 del 2000, che di fatto ha costituito la legge cardine in tema, ma che ha ricevuto una assai significativa integrazione proprio negli ultimi mesi, in virtù della trasformazione in legge del decreto fiscale 2020. Infatti, nel corso di una seduta dello scorso dicembre, il Senato ha approvato definitivamente la legge di conversione del D.L. 124/2019 che, all’art. 39, riformula in pratica la disciplina dei reati tributari. La citata riforma è mirata ad un duplice scopo:
- effettivo e generalizzato irrigidimento delle sanzioni detentive valevoli verso gli evasori e tutti coloro che violano, in vario modo, le norme fiscali;
- ampliamento dei mezzi investigativi (intercettazioni) e di coercizione, di cui il PM può servirsi per la lotta a chi tenta di aggirare il Fisco.
Quali novità concrete per chi viola le regole del Fisco?
Si tratta di una riforma della disciplina fiscale che incide notevolmente e che dovrebbe mettere in guardia chiunque voglia eludere le norme e comportarsi in modo fraudolento oppure nascondendo i dati reali all’Agenzia delle Entrate. Infatti, con la nuova disciplina l’aggravamento più importante delle sanzioni penali si osserva in relazione ai casi caratterizzati da fraudolenza, ma tuttavia anche in assenza di frode, la riforma dei reati tributari incide con forza. Giusto per fare un esempio chiarificatore, sarà pertanto applicabile la custodia cautelare in carcere preventiva, nei confronti di chi si rende responsabile per il reato tributario di omessa dichiarazione; oppure gli arresti domiciliari in caso di commissione del reato denominato dichiarazione infedele. In particolare, per quest’ultimo, va rimarcato che sono state contestualmente diminuite le cosiddette “soglie di rilevanza penale”; in altre parole, ne consegue l’espansione dell’ambito di punibilità ed essere ritenuti colpevoli di un reato di questo tipo, diventa oggi molto meno improbabile. In ambito patrimoniale, il legislatore – con la legge di conversione citata – ha invece confermato l’estensione della confisca per sproporzione anche ai reati tributari, sebbene con qualche ulteriore vincolo rispetto a quelli previsti nel testo del decreto fiscale n. 124 del 2019, poi oggetto di conversione.
Inoltre, tale riforma dei reati fiscali va a toccare anche la disciplina di cui al d. lgs. n. 231 del 2001, sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti: infatti, è stato allargato il numero delle fattispecie penali che costituiscono reato tributario e che fanno insorgere la appena citata responsabilità.
Deve essere ben chiaro insomma che, nonostante l’emergenza Covid-19, la nuova disciplina sanzionatoria in materia di reati tributari permane e si rileva, già ad una prima lettura, molto più rigida di prima. Basti pensare che in caso di dichiarazione fraudolenta, chi falsifica la dichiarazione Iva o redditi includendovi elementi passivi fittizi (per alzare i costi e pertanto per diminuire i redditi imponibili), o servendosi di di fatture per operazioni inesistenti (perché collegate ad operazioni mai compiute), rischia oggi davvero molto: è infatti ipotizzabile la reclusione da un minimo di 4 anni fino ad un massimo di 8 anni di carcere. Fino a prima della riforma qui in esame, la sanzione era invece ricompresa tra 18 mesi e 6 anni (limite che però resta quando l’ammontare della somma evasa è al di sotto di 100.000 euro).
Stesse conclusioni, orientate verso pene detentive molto più severe le abbiamo anche – ad esempio – in materia di reati tributari caratterizzati dall’emissione di fatture false o dall’occultamento o dalla distruzione della contabilità. Insomma quanto basta per fare attenzione, ancora di più oggi rispetto a ieri, a tutte quelle norme che permeano il rapporto tra contribuente e Fisco.
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