Reddito emergenza Inps: requisiti, quanto spetta a chi lavora in nero

Reddito emergenza Inps: si moltiplicano le domande e le questioni in queste ore sul sussidio per le persone più bisognose. Cosa sappiamo.

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Reddito emergenza Inps: requisiti, quanto spetta a chi lavora in nero

Reddito emergenza Inps: molti utenti sulla rete stanno cercando informazioni e aggiornamenti sul nuovo sussidio che dovrebbe essere ufficializzato a breve. Il reddito di emergenza è uno strumento che il governo metterà in campo per le persone più bisognose, come spiegato anche dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo a Class Cnbc. “Una parte di cittadini in questo momento non ha alcun sostegno, dovrebbero essere circa 3 milioni. Stiamo valutando la platea e l’impatto”. Il reddito di emergenza spetterà perciò a tutte quelle persone che non hanno altri sostegni al reddito e sarà un sussidio di supporto in questo momento di crisi economica. La misura ha un costo quantificato attorno ai 3 miliardi di euro.

Reddito emergenza Inps: come funziona

Queste risorse figureranno tra i 15 miliardi di euro investiti nella parte del maxi-pacchetto riservata agli ammortizzatori sociali. “Rispetto al decreto precedente, la cifra potrebbe essere raddoppiata, se non anche di più”, ha detto la Catalfo, “perché si è ampliata la chiusura delle attività. È chiaro che per tutelare tutti i lavoratori e tutte le imprese stiamo facendo questa previsione di ampliamento e rafforzamento importante degli ammortizzatori sociali”.

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Reddito emergenza Inps: importo

Il bonus sarà riservato a tutti quelli che sono stati estromessi dai bonus del mese di marzo, tra cui colf e badanti e anche lavoratori in nero. Ma mentre il bonus per le partite Iva (600 euro a marzo) potrebbe essere incrementato a 800 euro, il reddito di emergenza dovrebbe basarsi su un importo più basso (tra 500 e 600 euro, ma modulabile in base alla composizione del nucleo familiare). L’importo dovrebbe essere erogato per due mensilità.

Misiani: “Rilanciare economia”

A Radio24, il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, ha parlato di uno “sforzo importante” finalizzato alla mobilitazione di tante risorse ferme nel sistema produttive, con la finalità di “rilanciare le nostre imprese”. L’obiettivo è invitare gli italiani a spendere i propri risparmi nell’economia reale. “Gli italiani hanno 1400 miliardi di euro fermi sul conto corrente o in liquidità e noi dobbiamo inventare strumenti che permettano di convogliare queste risorse verso l’economia reale, per farglieli investire”.

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