Mascherine antivirus: continua il dibattito sull’effettiva efficacia dei dispositivi di protezione individuale sul fronte del contenimento dei contagi da Sars Cov 2, tuttavia, sono di fatto diventati un bene di “prima necessità”.
Mascherine antivirus: serviranno anche nella Fase 2?
Gli studiosi stanno ancora dibattendo sulle modalità di trasmissione del nuovo coronavirus. Ricerca dopo ricerca, per esempio, si sta cercando di capire per quanto tempo il Sars Cov 2 riesca a sopravvivere sulle superfici e se in qualche modo può “viaggiare” nell’aria: infatti, alcuni scienziati pensano di aver dimostrato come il virus possa essere propagato dal droplet (le goccioline del respiro) di un soggetto contagioso anche per sei o addirittura otto metri di distanza.
Come fare una mascherina: la guida per il fai da te in casa
A tal proposito, però, bisogna precisare che le autorità sanitarie mondiali, pur riconoscendo che il coronavirus riesca a coprire distanze ben superiori al metro, ritengono che oltre tale distanza perda gran parte della sua carica virale. Detto ciò, sempre più evidenze scientifiche sembrano confermare come il Sars Cov 2, in sostanza, riesca a rimanere “in aria”, soprattutto negli spazi chiusi. Quindi, l’Oms potrebbe presto cambiare le direttive sull’uso delle mascherine: praticamente indossarle potrebbe diventare obbligatorio per la generalità della popolazione in molti più casi, anche nella Fase 2, cioè il periodo successivo a quello dell’emergenza sanitaria.
Quali utilizzare, dove comprarle e a che prezzo?
Le mascherine antivirus da utilizzare sono diverse a seconda della potenziale esposizione al contagio. Solo in caso di altissimo rischio è necessario procurarsi un respiratore con filtro FFP3. Dunque, alla stragrande maggioranza degli italiani che volessero munirsi di un dispositivo di protezione individuale basterà fare un giro tra i siti di e-commerce più noti per trovare il prodotto migliore per le proprie esigenze. Un pacco da 50 mascherine monouso costa generalmente sugli 8 euro; meglio evitare i prodotti che vengono pubblicizzati come “riutilizzabili” (a meno che non si tratti di prodotti chiaramente professionali, il che sarebbe evidente anche dal costo).
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