Quando si torna a scuola? Verso didattica a distanza a settembre
Quando si torna a scuola? Molte le domande sulla ripresa dell’anno scolastico. Il Ministero intende potenziare la didattica a distanza. Tutte le novità
Quando ricomincia la scuola in Italia? Alla domanda non vi è una risposta certa. Le valutazioni del governo anche sulla validità delle misure di contenimento per evitare che si faciliti il contagio da coronavirus, si rifaranno a loro volta alle valutazioni dei tecnici. Ed in particolare del comitato tecnico-scientifico che monitora la situazione relativa al Covid-19. Tutto comunque lascia presagire che l’anno scolastico in corso, 2019-2020, continuerà con la didattica a distanza. E non si rientrerà fisicamente a scuola.
Quando si torna a scuola, tutti gli interrogativi
Al momento non c’è nessuna notizia ufficiale. Sebbene tra le varie possibilità c’è anche quella della ripresa del nuovo anno scolastico con la stessa modalità di queste settimane. Sempre didattica a distanza per tutelare la salute ed evitare la ripresa dei contagi vista l’impossibilità di mantenere le distanze minime.
Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzollina ha preso parte, lunedì 6 aprile 2020, alla conferenza stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte coi ministri Gualtieri e Patuanelli in cui è stato annunciato il decreto imprese con cui l’esecutivo conta di sostenere l’economia con lo stanziamento di 400 miliardi.
Una parte del provvedimento è dedicato proprio alla scuola ed in particolare all’organizzazione degli esami di fine anno.
L’importanza della didattica a distanza
Il ministro Azzollina ha fatto sapere che il Consiglio dei Ministri tenutosi il 6 aprile ha dato il via libera oggi al decreto legge che contiene le norme relative agli Esami di Stato e alla valutazione delle studentesse e degli studenti per l’anno scolastico 2019/2020.
Il ministro ha fatto riferimento alla didattica a distanza. Uno strumento rivelatosi utile e che andrà potenziato per il futuro. “La didattica a distanza ci ha aiutato a salvare l’anno scolastico. Non sostituisce e non potrà mai sostituire del tutto, ovviamente, la didattica in presenza. Ma era l’unica risposta possibile per non lasciare soli bambini e ragazzi e garantire loro il diritto allo studio previsto dalla Costituzione”.
“I problemi non sono mancati e sarà necessario aprire presto una riflessione sullo stato di digitalizzazione del Paese e della scuola stessa, ma il Ministero è stato e resta al fianco delle scuole per risolverli – prosegue la Ministra -. Gli 85 milioni stanziati per supportare la didattica a distanza, messi subito a disposizione degli istituti che li stanno già utilizzando, ne sono una dimostrazione. Con il decreto approvato oggi facciamo un altro passo avanti e tracciamo la strada per accompagnare la scuola fino in fondo a questo anno scolastico e per cominciare a disegnare il prossimo, che ne rappresenterà una naturale prosecuzione”.
Esami di Stato
Come si svolgeranno gli Esami di Stato?
Per la scuola secondaria di I grado il decreto prevede che il Ministero possa, con provvedimento specifico, modificare l’impianto dell’Esame. Se sarà possibile farlo in presenza, potrà essere semplificato. Altrimenti si procederà con la valutazione finale da parte del Consiglio di classe, prevedendo la consegna anche di un elaborato da parte degli studenti. In ogni caso ci sarà una valutazione seria e corrispondente all’impegno degli alunni.
Mentre per la scuola secondaria di II grado il 96% dei ragazzi viene ammesso, in media, ogni anno, all’Esame finale. Quest’anno tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza. Ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno. Il decreto indica, poi, una doppia possibilità. Se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna. La prima prova, Italiano, sarà preparata dal Ministero. La seconda, quella diversa per ciascun indirizzo, sarà predisposta dalle commissioni. Poi ci sarà l’orale. Se non si rientra a scuola, è previsto il solo colloquio orale. Resta ferma la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma.
Quando si torna a scuola – Ammissione all’anno successivo e avvio del nuovo anno
Il decreto prevede che tutti possano essere ammessi all’anno successivo, ma tutti saranno valutati, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Non ci sarà ‘6 politico’. ‘Congelato’, per quest’anno, il meccanismo dei debiti alla secondaria di II grado. All’inizio di settembre, infatti, invece degli abituali corsi di recupero delle insufficienze, sarà possibile, per tutti i cicli di istruzione, dalla primaria fino alla classe quarta del secondo grado, recuperare e integrare gli apprendimenti: ciò che non è stato appreso, o appreso in parte quest’anno, potrà essere recuperato/approfondito all’inizio del prossimo. Ci sarà particolare attenzione ai ragazzi con disabilità e a quelli con bisogni educativi speciali.
Quando inizia la scuola? Il decreto consente di lavorare, da subito, anche al nuovo anno scolastico dando al Ministero gli strumenti per operare con rapidità e di raccordarsi, ad esempio, con le Regioni per uniformare il calendario di avvio delle lezioni. Alcune indiscrezioni parlano della possibilità di uniformare l’inizio dell’anno scolastico 2020/2021 al 1° settembre 2020.
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