Bonus affitto negozi marzo 2020: a chi spetta per coronavirus
Bonus affitto negozi causa coronavirus: in che cosa consiste l’agevolazione e chi sono i destinatari. Quali sono i requisiti?
Tra le varie agevolazioni e misure di sostegno a famiglie ed imprese, nel decreto Cura Italia se ne rintraccia in particolare una, destinata ai negozianti che hanno stipulato un contratto di affitto, legato all’utilizzo degli spazi per la propria attività commerciale. Vediamo allora più nel dettaglio in che cosa consiste il cosiddetto bonus affitto negozi, chi sono i destinatari e come di fatto funziona. Facciamo chiarezza.
Bonus affitto negozi: di che si tratta?
In questo ambito, rileva l’art. 65 del citato decreto, che dispone un’agevolazione ad hoc, ovvero un bonus affitto negozi e botteghe, che va a favore di artigiani, negozianti e commercianti che, a seguito delle disposizioni di chiusura dell’attività per motivi sanitari, hanno dovuto abbassare le saracinesche. Insomma, tale bonus è destinato a tutti quei lavoratori autonomi che sono stati costretti a veder azzerati i propri incassi giornalieri e che, adesso, possono contare per lo meno su questo bonus, il quale – si badi bene – non è una sospensione o uno stop dei pagamenti dei canoni di locazione, e neanche un rimborso, bensì un credito di imposta corrispondente al 60% del canone di locazione versato, per il mese di marzo. È chiaro insomma che chi ha avuto la possibilità di tenere comunque aperto, come tabaccai, edicole, farmacie e supermercati (ovvero i servizi considerati “essenziali”), non potrà conseguentemente contare sul bonus affitto negozi. Tale agevolazione è da intendersi altresì come una sorta di compensazione con altri possibili debiti fiscali.
Chi sono i destinatari della misura? I requisiti
Come detto, per poter ottenere tale bonus affitto negozi, anzitutto l’interessato deve essere un lavoratore costretto alla chiusura dell’attività commerciale, causa provvedimenti governativi e/o ordinanze regionali anti-coronavirus. Ma non solo: il credito d’imposta in oggetto è ipotizzabile esclusivamente per le locazioni di natura commerciale categoria C1 (appunto botteghe e negozi) e, pertanto, non può essere applicato anche verso chi, proprio in questo periodo, ha perso il lavoro e magari si trova a dover pagare i canoni di affitto per immobili di abitazione. Restano fuori dall’agevolazione, anche gli immobili classificati come laboratori per arti e mestieri e magazzini e locali di deposito.
Tuttavia, va rimarcato che l’Agenzia delle Entrate, in una sua recentissima circolare (qui il testo completo), finalizzata a spiegare e dettagliare meglio le ultime misure decise dal Governo, ha chiarito un ulteriore punto. Per poter sfruttare questo bonus affitto negozi, è infatti necessario che l’interessato abbia comunque pagato il canone per il mese di marzo al proprietario dei locali. L’Agenzia delle Entrate ha perciò fatto notare che il decreto Cura Italia, nella parte dedicata a questo bonus “ha la finalità di ristorare il soggetto dal costo sostenuto costituito dal predetto canone, sicché in coerenza con tale finalità il predetto credito maturerà a seguito dell’avvenuto pagamento del canone medesimo».
Il codice tributo da usare in questa ipotesi
L’Agenzia delle Entrate ha, inoltre, emanato una diversa circolare per l’indicazione del codice per la compensazione del credito d’imposta, direttamente in F24. Infatti con la risoluzione 13/E del 20 marzo il Fisco ha indicato il codice tributo 6914: si utilizza nel modello F24 appunto per compensare il credito d’imposta corrispondente al 60% del canone di locazione del mese di marzo di locali categoria C1.
Concludendo, al momento questa è la situazione in materia di bonus affitti: si tratta di aspettare qualche settimana per capire quali potranno essere le ulteriori novità in tema. Secondo alcuni osservatori, a tale bonus infatti potrebbe essere aggiunto quello legato alla locazione dei depositi a capannoni e agli affitti dei professionisti: vedremo nel prosieguo quali saranno le dinamiche.
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