Legge 104 e coronavirus: stop licenziamenti per i caregiver
Legge 104 e posizione del lavoratore che assiste il familiare non autosufficiente a casa, causa coronavirus: stop al licenziamento?
Il decreto cura Italia contiene, tra le varie misure di sostegno a famiglie ed imprese, anche alcune importanti novità in materia di licenziamenti. Infatti, tale provvedimento dell’Esecutivo prevede anche il divieto di licenziamento per i cosiddetti “caregiver“, ovvero coloro che – in qualità di familiari assistenti – supportano in modo gratuito ed all’interno delle mura domestiche, un congiunto in condizioni di non autosufficienza, ovvero con problemi di salute di vario tipo, legati a vecchiaia, disabilità o specifiche patologie e malattie. Vediamo allora più da vicino cos’è stato deciso e come funziona, in queste circostanze, lo stop ai licenziamenti causa coronavirus.
Legge 104 ed assistenza agli anziani: ecco il blocco dei licenziamenti
La nuova norma, in tema di legge 104 del 1992, è stata accolta positivamente dagli osservatori, in quanto coniuga le ragioni sanitarie e assistenziali con quelle legate alla conservazione del posto di lavoro, pur in una delicata fase come quella attuale. Ebbene, secondo quanto previsto dal Cura Italia ed in virtù della citata legge 104, il lavoratore subordinato che supporta ed aiuta una persona convivente con lui e disabile, non potrà subire la decisione di licenziamento per giusta causa, laddove sia dimostrato al datore di lavoro che la sua assenza dal lavoro è giustificata dal fatto della chiusura dei centri socio-assistenziali o comunque dalla mancanza delle persone deputate per professione, alla cura dell’anziano disabile. Insomma, la conversione in legge del Cura Italia, il cui testo è in questi giorni sotto esame del Senato, con tutta probabilità conterrà anche il divieto di licenziamento citato, a favore di chi, genitore, figlio o comunque parente di persone non pienamente autosufficienti, deve fornire, per evidenti ragioni di solidarietà e di vicinanza, un supporto costante e giornaliero a chi da solo non riesce a compiere le normali attività quotidiane. Non solo: nel decreto Cura Italia, è previsto anche il generale blocco delle procedure di licenziamento per Covid-19, per 60 giorni: una deroga insomma alla disciplina generale vigente, e giustificata da ragioni straordinarie di emergenza sanitaria.
Cosa potrebbe succedere?
Secondo quanto prevedibile, a partire dal 17 marzo 2020 (giorno di entrata in vigore del Cura Italia) e per almeno due mesi, non saranno azionabili licenziamenti collettivi, e neanche quelli per giustificato motivo oggettivo, ovvero dettati dallo stop forzato alla produzione d’impresa e alla conseguente crisi. Inoltre, in virtù dello stop ai licenziamenti, restano sospesi tutti gli iter avviati al 23 febbraio 2020 e rimaste di fatto congelati.
Per quanto qui interessa, va rimarcato che non sarà allora applicata la giusta causa, laddove sia comunicato, acclarato e dimostrato al datore di lavoro che l’assenza del dipendente è dovuta all’assistenza obbligata ad un parente disabile, residente nella stessa sua abitazione, e costretto a casa, per la chiusura del centro assistenziale di riferimento, causa coronavirus. In altre parole, la direzione è quella di tutelare in modo pieno il lavoratore che si avvale della nota legge 104, impedendo il licenziamento per giusta causa almeno fino a fine aprile 2020.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it