La scorsa settimana è salito agli onori della cronaca un nome sconosciuto a molti: si tratta di Aldo Brancher. Nominato il 18 Giugno 2010 ministro, Brancher ha annunciato le sue dimissioni in Tribunale solo diciassette giorni dopo, il 5 Luglio.
[ad]Ministro per “l’attuazione del federalismo” al momento della nomina, si è dimesso da ministro per “la sussidiarietà ed il decentramento”, dopo una polemica con Bossi, quest’ultimo in qualità di depositario unico, in seno al governo, del “copyright” sul federalismo. Oltre a queste polemiche, ha fatto discutere la possibilità che Brancher potesse sfruttare, come infatti aveva richiesto in un primo momento, la legge sul legittimo impedimento nell’ambito del procedimento a suo carico che riguarda lo scandalo Antonveneta. Eventualità, questa, scongiurata dopo le dimissioni dello stesso Brancher da ministro.
Resta una domanda: chi è Aldo Brancher? Nato nel 1943 a Trichiana, in provincia di Belluno, Aldo Brancher è stato prete paolino. In tale veste conosce Don Emilio Mammana che lo sceglie come suo stretto collaboratore nell’avvio del primo ufficio pubblicità di “Famiglia Cristiana” sorto a Milano. L’intuizione ha il suo seguito. Così il settimanale cattolico, partendo da una periferica cittadina della provincia di Cuneo, diventa una delle riviste più diffuse in Italia ed entra nella casa di tantissimi abbonati. Brancher poco dopo lascia i paolini, incontra una donna, e apre un’azienda. Si trasferisce a Castelnuovo Scrivia, nell’Alessandrino, dove con la sua azienda produce videocassette di plastica. Finita (male) l’avventura, Brancher torna a lavorare nel settore pubblicitario. Entra in Publitalia ’80 sotto la direzione di Marcello Dell’Utri. In Fininvest Aldo Brancher ha tra i suoi compiti l’incarico di tenere i rapporti con i partiti della prima repubblica per ciò che concerne gli investimenti pubblicitari veicolati dai vari Governi.
Una delle prime grane che investe Brancher è proprio uno scandalo legato alla campagna anti-Aids. Viene arrestato il 18 Giugno del 1993 con l’accusa di aver versato trecento milioni di lire al Psi e altri trecento milioni a Giovanni Marone, segretario dell’ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, per poter piazzare sulle reti Fininvest gli spot della grande campagna pubblicitaria sulla prevenzione dell’Aids, finanziata dal ministero. Così come Primo Greganti in merito alle “tangenti rosse”, interrogato dai giudici Brancher dirà di aver agito in proprio oltre che all’insaputa dell’azienda. Brancher e Greganti, nel periodo in cui il primo lavora per Fininvest, avviano una sorta di partnership concentrata nel reperimento di aree per centri commerciali da offrire a Fininvest. L’attività politica di Brancher ha inizio nel 1999 in Forza Italia, nelle cui liste è eletto alla Camera nel 2001. Diventa sottosegretario di Stato nel Dipartimento per le riforme istituzionali e la devoluzione e viene rieletto alla Camera nell’aprile 2006. Nell’ultimo procedimento giudiziario a carico di Brancher il pool di Milano gli contesta un conto della Banca Popolare di Lodi intestato a sua moglie con un affidamento e una plusvalenza (accertata) di trecentomila euro in due anni. Il processo in corso riguarda più in generale il tentativo di scalata ad Antonveneta da parte della Banca Popolare di Lodi. Secondo le malelingue Brancher ha continuato a svolgere un ruolo di cerniera simile a quello svolto in tempi di prima repubblica. Con la differenza di averlo svolto, nelle vesti di deputato del Popolo della Libertà, tra Forza Italia e Fiorani prima e tra Forza Italia e Lega Nord dopo.
Giuseppe Spadaro