Cosa riapre il 4 maggio con la fase 2: ecco le ipotesi in calendario
Coronavirus: l’emergenza sanitaria è ancora in corso ma si inizia a ragionare della fase 2. Quali sono le prime attività che potranno eventualmente riaprire
Il primo a parlare di fase 2 e di fase 3 è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa tenutasi il 1° aprile con cui ha annunciato di aver firmato il Dpcm con la proroga fino al 13 aprile 2020 delle misure fin qui adottate per il contenimento del contagio epidemiologico da Covid-19
Fase 2, le ipotesi delle prime riaperture
A spiegare, per sommi capi, in cosa consisterà la fase 2 è stato lo stesso Conte. Nella fase 2 saranno introdotte norme e regole per convivere con l’emergenza. Mentre la successiva, la fase 3, sarà quella in cui accompagneremo l’azzeramento dell’emergenza sanitaria. Al momento non si sa ancora se e sino a quando saranno prorogate le misure in vigore sino al prossimo 13 aprile. Nel presentare il decreto imprese Conte ha spiegato che sarà opportuno guardare e confrontarsi sui dati epidemiologici di questa settimana. C’è chi auspica che possano essere parzialmente allargate le maglie in modo da consentire la riapertura delle prime attività. In un articolo del Corriere si fa riferimento all’ipotesi di riapertura di imprese di supporto alla filiera alimentare e farmaceutica, alcune aziende meccaniche e negozi che vendono prodotti per il tempo libero oppure forniture per gli uffici.
Le incertezze e la data del 4 maggio
L’inizio della Fase 2 invece viene ipotizzata per lunedì 4 maggio 2020. Nulla di certo. In ogni caso ciò che appare certo è che continueranno ad essere fortemente consigliati, se non imposti, misure come il distanziamento sociale (almeno 1 metro di distanza tra le persone) e l’utilizzo di mascherine. Inoltre sarà molto probabilmente previsto l’ingresso scaglionato all’interno di esercizi commerciali e uffici.
Difficile invece che possano essere consentiti almeno sino a che i contagi non si saranno azzerati (quindi per tutta la fase 2) gli ingressi in luoghi affollati per esempio in occasioni di manifestazioni sportive. Saranno da valutare le condizioni per l’eventuale apertura di bar e ristoranti. Anche per parrucchieri e centri estetici si pone il problema della contemporanea presenza di più persone in luoghi che magari non consentono il rispetto del metro (minimo) di distanza. Si valuta di poter consentire lo svolgimento delle attività in sicurezza. Sempre nell’articolo del Corriere si cita come ipotesi quella di ottenere autorizzazioni mirate dopo aver dimostrato di essere in regola con la dotazione di protezioni personali.
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