Ultime notizie Corona: l’utilizzo della mascherina potrà diventare per gli italiani una sorta di abitudine. Infatti mentre si attende di conoscere, prima del 13 aprile 2020, se e sino a quando continuerà l’obbligo di rispettare le misure di contenimento del coronavirus in vigore per effetto delle misure introdotte dal Governo si inizia ad immaginare la cosiddetta fase 2.
Ultime notizie Corona, la diatriba sulle mascherine
Una volta che i dati epidemiologici miglioreranno ovvero scenderanno il numero dei contagi e dei decessi ed aumenterà il numero di persone guarite, l’esecutivo avvierà una seconda fase nella quale secondo quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovremo convivere con l’emergenza sanitaria e sarà richiesto il rispetto di alcune misure cautelative. Tra queste vi sarà certamente il distanziamento sociale. Pertanto bisognerà continuare a rispettare la distanza di almeno un metro tra una persona e l’altra. Consigliatissimo anche il lavaggio frequente delle mani. Si dibatte anche sull’obbligo di utilizzo delle mascherine. Punto sul quale sinora si sono registrate spesso divergenze anche tra i principali protagonisti della fase che stiamo attraversando. Per fare un esempio il capo della Protezione Civile Borrelli pochi giorni fa ha dichiarato: “Io non la uso perché rispetto le distanze. È importante indossarla se non si rispettano le distanze”.
Rezza: le regole ci sono e vanno rispettate
Ultime notizie Corona – Il direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza, all’Adnkronos, ha invece parlato della utilità delle mascherine nella tanto attesa fase 2. “Credo che le mascherine siano da considerare nei luoghi pubblici e al chiuso, unitamente alle misure di distanziamento e al lavaggio delle mani. Poi bisognerà ragionare sul tipo di mascherina da utilizzare: non saranno certo quelle destinate ai medici (Ffp2 o Ffp3)”. L’esperto ha inoltre aggiunto: “Si tratta di un tema complesso: le mascherine chirurgiche sono monouso”, parlando di una questione “che deve essere valutata”. In linea generale secondo Rezza i numeri “indicano un miglioramento, ma i nuovi casi scendono lentamente. E questo perché in particolare in alcune aree c’è un gran numero di infetti: è il caso della Lombardia, dove insieme ad alcune aree del Veneto, del Piemonte, delle Marche e della Toscana si concentra il grosso della trasmissione. Il problema è che si iniziano a vedere troppe persone in giro. Ecco, il pericolo vero è di mollare prima del tempo. Ma le regole ci sono e vanno rispettate”.
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