Si è risolta con un nulla di fatto la riunione dell’Eurogruppo tra i ministri delle Finanze per cercare un accordo nell’Euro-zona che faccia fronte alla crisi economica causata dall’epidemia di coronavirus: sedici ore di negoziato notturno e nessun accordo raggiunto.
Come era prevedibile, è stata l’Olanda, dal principio contraria ai coronabond, a bloccare il raggiungimento di un compromesso all’interno dell’Eurogruppo. Per l’Olanda – che di coronabond (o eurobond) non ne vuole sentire parlare – il ricorso al Mes senza condizionalità (come la sottoscrizioni di memorandum, alla stregua di quanto è accaduta in Grecia) sarebbe un’ipotesi praticabile solo per le spese sanitarie.
Su Twitter il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra chiarisce la posizione del governo olandese: «il Mes può essere utilizzato senza condizioni per coprire i costi medici. Quanto al sostegno economico a lungo termine, riteniamo ragionevole associare l’uso del Mes con determinate condizioni economiche».
Bruno Le Maire, ministro delle Finanze francese, fa sapere a mezzo tweet che la riunione dell’Eurogruppo riprenderà domani, lanciando un appello affinché i paesi membri siano «all’altezza delle sfide eccezionali per ottenere una intesa ambiziosa». Un appello, questo, condiviso anche dal commissario agli affari economici Paolo Gentiloni.
Riunione Eurogruppo: le proposte sul tavolo dei ministri
Le opzioni sul tavolo degli esecutivi di tutta Europa sarebbero quattro:
- il ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) per poter concedere prestiti ai Paesi membri (ma anche qui c’è una divisione tra chi, come l’Italia, potrebbe essere favorevole al ricorso al Mes senza condizionalità e chi, come l’Olanda, riserverebbe questa opzione solo per le spese sanitarie dei singoli Paesi)
- Il ricorso agli aiuti della Banca europea degli investimenti
- la costituzione di un nuovo fondo, proposto dalla Commissione europea per la SURE, ovvero la cassa integrazione finanziata dai governi
- la costituzione – questa è la proposta del ministro delle Finanze francese – di un fondo finanziato con obbligazioni congiunte.
La riunione dell’Eurogruppo, finora, ha raggiunto un’intesa solo per quanto riguarda il programma SURE, la Cassa integrazione europea di 100 miliardi, destinati a tutti gli Stati membri, per disoccupati, lavoratori autonomi e imprese che necessitano di aiuto per non licenziare i propri dipendenti.
Un’accoglienza positiva ha riscosso anche la proposta francese sul fondo finanziato con obbligazioni congiunte, una specie di eurobond limitati nel tempo (titoli di scadenza compresa tra 3 e 5 anni) e col preciso scopo di ricostruire il tessuto economico e produttivo dell’Europa.
La questione del MeS e degli eurobond “light” della Francia
Sulla proposta italiana del ricorso al Mes senza condizionalità, l’Olanda ha posto il veto, facendo fallire il raggiungimento dell’accordo alla fine dell riunione dell’Eurogruppo.
Persino la Germania, nei giorni scorsi strenua alleata dell’Olanda nel no ai coronabond e nel Sì al Mes così com’è, è apparsa più docile. La questione principale per i tedeschi non è tanto la condivisione del debito nell’Euro-zona, quanto i tempi in cui si dovrebbe realizzare. L’esecutivo della Merkel vorrebbe prima valutare lo sviluppo dell’epidemia e gli effetti di un’eventuale riapertura delle attività economiche, nonché il ruolo che la Bce sta avendo come ciambella di salvataggio attraverso l’acquisto di titoli (soprattutto BTp), per poi eventualmente decidere a settembre sugli strumenti di condivisione del debito.
L’ago della bilancia, questa volta, sarà la Francia, non solo perché è in una posizione mediana tra la consueta vicinanza alla Germania, con la quale ha interessi economici e politici da sempre convergenti, e la preoccupazione per lo shock economico dovuto al lockdown che condivide con Spagna e Italia, ma anche per la capacità propositiva e tattica che le consente di giocare su più tavoli.
Va detto, infatti, che l’Italia, a parte il rifiuto del Mes così come funziona ad oggi, non ha avanzato alcuna proposta dettagliata in merito al funzionamento dei coronabond (eurobond), mentre la Francia è stata l’unica a proporre un piano molto dettagliato riguardante il funzionamento del fondo per le obbligazioni congiunte.
Prima ancora che scoppiasse la crisi per la pandemia, il debito francese aveva già raggiunto quasi il 100% del Pil, segnale evidente che Macron, pur potendo fare a meno del Mes, avrebbe bisogno di qualcosa di simile agli eurobond, tanto quanto la Spagna e l’Italia. Ecco, perché, nel piano avanzato dai francesi c’è il sostegno, finanziato attraverso il fondo da 500 miliardi, alle filiere più colpite quali l’automotive, il trasporto aereo, l’industria aerospaziale e tutti i mercati in cui l’industria francese la fa da padrona.
Qualcosa di simile avremmo potuto farla anche noi che, dopo i veti dell’Olanda al Mes senza condizionalità e agli eurobond, rischiamo di accodarci alla proposta francese come utima spiaggia. E Roberto Gualtieri che si ostina a parlare di «progressi» nella riunione dell’Eurogruppo, nonostante il mancato accordo raggiunto, ribadendo la necessità di «impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida Covid-19», appare in un cul-de-sac.
La partita ora è nelle mani della Germania che da una parte teme che la linea oltranzista (sua, dell’Olanda e della Finlandia) possa provocare tensioni disgregative nell’Euro-zona, mentre dall’altra rischia l’isolamento dell’alleato francese.
L’errore principale dell’Italia sembra essere stato l’aver puntato tutto sul fattore shock simmetrico dovuto alla pandemia, ritenendo che tutti i partner europei condividessero questa lettura, mentre in realtà gli effetti variano di intensità da Paese a Paese, con l’Italia in primo piano a fronteggiare uno “shock inimmaginabile“, a causa della recessione precedentemente già in corso.
Mentre lo spread BTp/Bund è in rialzo e l’euro crolla, i mercati attendono la ripresa della riunione dell’Eurogruppo prevista per domani 9 aprile.
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