Raramente ci e’ capitato di commentare risultati cosi’ netti ma al contempo anche sorprendenti.
Per questa analisi si sono considerati solo i 26 comuni di capoluogo che sono andati al voto in questa tornata amministrativa.
Iniziamo con il risultato della Lega. Se consideriamo le ultime elezioni in questi comuni – qualunque esse siano, europee e/o regionali – la Lega partiva da 128mila voti con oltre il 9% percentuale. A questo giro ha raccolto solo 41mila voti pari al 2,72%. In pratica perde 80mila voti secchi.
[ad]La cosa più interessante e’ che a beneficiarne non e’ nessuna, ma proprio nessuna, delle liste indipendentiste che qua e la’ si sono presentate al Nord. Le varie Veneto Indipendensa et simili infatti raccolgono meno di 100 voti a testa.
E ora passiamo al PDL. Il quale PDL passa da 407mila voti a 176mila. In due/tre anni il partito di Berlusconi ha perso quindi 230mila voti. Cioe’ il 56% dei voti.
Dove sono andati a finire questi 300mila e passa voti? In parte sono finiti in astensionismo. Infatti i non votanti (tra astenuti/bianche e nulle) aumentano di circa 100mila voti, da 1100mila a 1200mila circa. Da notare, per inciso, che a Palermo le schede nulle sono un’enormità, oltre 20mila, pari al 5% dei votanti.
Un’altro bel gruzzoletto si sposta verso il centro, che tra lista ufficiali e liste civiche collegate, porta a casa un risultato migliore di quanto appaia a prima vista, cioe’ circa il 14% pari a 220mila voti, a fronte degli iniziali 88mila.
Infine sempre interno al centrodestra da notare che il miglior risultato lo ottengono le liste civiche, che sommate, ai partitini di area totalizzano 200mila voti, pari a piu’ del 13%, in pratica il primo partito del centrodestra, segnalando proabilmente una forte insofferenza dell’elettorato moderato per i simboli politici che li hanno rappresentati in questi ultimi anni.
Nel centro sinistra perdono voti tutti e tre i partiti della foto di Vasto, che cedono un bel po’ di voti alle civiche d’area che raggiungono il 13% e oltre. In particolare il PD passa da 360mila a 240mila, confermandosi tuttavia il primo partito italiano, con percentuali pidiessine pero’, intorno al 16%.
Il Movimento 5 stelle guadagna 80mila voti raggiungendo il 7%, una percentuale in linea con gli ultimi sondaggi nazionali.
D’altronde se consideriamo la voce Altri nei risultati elettorali, che comprende le varie liste civiche che correndo da sole sono di difficile posizionamento, che e’ pari al 11% e lo si divide equamente tra centrodestra e centrosinistra, si vede come, a livello di coalizioni, i numeri siano quelli degli ultimi sondaggi, cioe’ 42% csx vs 33% Cdx all’incirca.
Da notare che attualmente secondo le ultime nostre proiezioni il centrosinistra vincerebbe anche in Lombardia, portando a casa 173 senatori se si andasse al voto con il Procellum.
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[ad]In effetti l’analisi territoriale da’ risultati molto interessanti, in una Italia politica che pare assolutamente ribaltata.
Il PD e’ il primo partito al Nord, il M5S il secondo nel Nord Est e il terzo nel Nord Ovest. Da Roma in su il PD ha il 20% e oltre, a Sud questa percentuale si dimezza, a certificare le enormi difficolta’ che ha il partito nel meridione, devastato da pessime prove di governo e da ambigue alleanze.
Il PDL ha il suo picco nel Centro(!) con circa il 15% mentre nel resto d’Italia veleggia intorno al 10%, punto piu’ punto meno.
Al Sud siamo al tripartitismo con Terzo Polo, Centrodestra e centrosinistra tutti compresi tra il 24% e il 33%.
Problemi al Sud anche per il M5S che come una Lega novella si prosciuga al 2,3%.