La Fase 2 che dovrebbe partire il 4 maggio (il condizionale è d’obbligo) è allo studio degli esperti della task force convocata dal governo per preparare il rilancio del Paese. Si tratterà di un periodo di riaperture, graduale e con nuove restrizioni da adottare, per garantire la sicurezza di chi lavora e dei cittadini stessi. Poi si parla di un’applicazione per monitorare gli spostamenti, i turni scaglionati nei posti di lavoro e l’allentamento delle restrizioni suddiviso per fasce d’età.
Fase 2: l’app e il supporto della tecnologia
In Corea del Sud la tecnologia è stata fondamentale per arginare la diffusione del contagio. Anche in Italia dovrebbe essere disponibile a breve un’applicazione finalizzata a mappare la popolazione, monitorandone gli spostamenti. Saranno di grande aiuto i test sierologici, oltre ai tamponi, per identificare i soggetti e classificarli in base alla loro recente storia sanitaria in merito al virus. L’applicazione funzionerà così da autocertificazione digitale, che potrà essere mostrata alle forze dell’ordine in occasione di eventuali controlli.
Fase 2: turni a lavoro per evitare nuovi focolai
Quando diverse attività potranno finalmente tornare ad essere operative e si riprenderà così a lavorare sul posto, il fattore R0 dovrà essere praticamente prossimo allo zero. Se non è azzerato del tutto, infatti, il rischio della creazione di nuovi focolai potrebbe essere elevato in quelle aziende o fabbriche dove lavorano più dipendenti. Anche qui dovranno entrare in gioco test e tamponi per individuare i positivi per evitare una seconda diffusione del contagio.
Fase 2: la suddivisione per fasce d’età
Il punto chiave del Covid-19 è la sua elevata contagiosità: se fosse stata letale quanto altri tipi di Coronavirus, come la Sars o la Mers, a quest’ora staremo parlando di tutt’altro. L’alta contagiosità rischia di riempire i reparti di terapia intensiva e di far collassare l’intero sistema sanitario, ma non solo. Abbiamo ancora vive nella mente le immagini dei camion dell’esercito che trasferiscono le bare in altri luoghi perché nel bergamasco non sono più possibili le sepolture. È un pericolo, insomma, ancora più subdolo. Per questo motivo la ripartenza non potrà non tenere conto dell’età delle persone. E visto che questo virus è estremamente letale per le persone anziane che hanno patologie pregresse, un discorso sarà fatto anche in questo senso.
La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa ha affermato che si dovrà lavorare a un programma specifico, “percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio quando i più giovani ricominceranno a circolare”. Rimettere in contatto nipoti e nonni sarà dunque un processo lungo e complicato, visto che ci sono stati casi di giovanissimi positivi asintomatici o che non sapevo di avere il Coronavirus che hanno inconsapevolmente “condannato a morte” le persone più avanti con l’età, contagiandole.
Senza dimenticare i rischi dell’estate, come l’afa, che aggiunta all’isolamento potrebbe rappresentare un problema ulteriore. Nella task force voluta dal governo ci sarà una persona preposta a occuparsi della questione, lo specialista di gerontologia Roberto Bernabei. Inoltre, spiega Zampa, “un aiuto dovrà arrivare anche dai servizi sociali che conoscono le situazioni di rischio”.
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