Coronavirus ultime notizie: test sierologici al via, come funziona

Coronavirus ultime notizie: dopo l’amuchina, le mascherine e i tamponi, al centro dell’attenzione mediatica e delle riflessioni dell’opinione pubblica e politica emerge il tema dei test sierologici, fondamentali per garantire una riapertura e individuare i cosiddetti “immuni” al coronavirus. Stando a fonti Ansa, sembra che il governo che abbia commissionato al commissario Domenico Arcuri l’incarico di iniziare la procedura pubblica per la ricerca e l’acquisto dei test, che ovviamente dovranno rispondere a determinate caratteristiche specificate dal Ministero della Salute. A breve dovrebbe essere pubblicato un bando con le relative indicazioni. Il test iniziale sarà somministrato a un campione di 150 mila persone ripartito su tutto il territorio e per profilo professionale, genere e 6 fasce d’età.

Coronavirus ultime notizie: Guerra, “Unico test nazionale”

Il vicedirettore dell’Organizzazione mondiale della sanità Ranieri Guerra ha spiegato che la finalità è quella di avere “un unico test nazionale”, anche perché sarebbe difficile poi comparare i risultati con diversi test che producono diverse performance. I test selezionati dovranno pertanto assicurare “standard minimi di qualità” e avere un livello di attendibilità almeno al 95%. Tra le caratteristiche che avranno i test una riguarda la modalità di prelievo, che sarà da sangue venoso, in quanto “quelli da sangue periferico non sono accettabili”. Intanto martedì scorso la Toscana ha iniziato la procedura, effettuando 400 mila test, 300 mila ne effettuerà il Lazio, mentre a partire dal 21 aprile la Lombardia eseguirà 20 mila test al giorno, concentrandosi prevalentemente sulle zone più colpite dal virus.

Coronavirus ultime notizie: c’è fretta di avviare la Fase 2

Quella dei test sierologici è un primo passo importante che governo e Comitato scientifico stanno attuando per dare maggiore concretezza alla fase 2. Fase che alcune regioni duramente colpite dall’emergenza sanitaria come la Lombardia, vorrebbe arrivasse il prima possibile, ponendosi l’obiettivo di riaprire le fabbriche il 4 maggio. Un annuncio che ha sconcertato la task force guidata da Vittorio Colao (“Cosa ci stiamo a fare qua allora?”, avrebbe chiesto), irritato il governo, che si interroga sul dietrofront della Regione che dal terrore passa alla leggerezza in due giorni, e reso ancora più scettico il comitato scientifico, per il quale bisogna agire ancora con estrema cautela.

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