Molte aziende stanno facendo ricorso alla cassa integrazione ordinaria, in deroga (anche per le microimprese) e al Fondo di Integrazione Salariale per via della sospensione o della riduzione della propria attività professionale causata dall’emergenza Coronavirus. Una domanda però si stanno facendo lavoratori e datori di lavoro: chi pagherà le mensilità aggiuntive allo stipendio ordinario? Insomma, chi pagherà tredicesima e quattordicesima?
Cassa integrazione: percentuale importo retribuzione
Prima di tutto consideriamo gli importi e i massimali. La cassa integrazione ammonta a circa l’80% della retribuzione, ma il calcolo della percentuale, che non è fisso ma stabilito annualmente dall’Inps, dipende anche dal massimale. Facendo un pratico esempio, in caso di retribuzione inferiore a 2.159,48 euro, l’indennità ammonta a 939,98 euro netti. Nell’eventualità di una retribuzione che supera quella cifra (lorda) mensile, invece, il massimo dell’indennità arriva a 1.129,66 euro mensili. Questo significa che per chi percepisce uno stipendio più elevato, la percentuale di retribuzione garantita dalla Cig può anche risultare inferiore.
Chi paga tredicesima e quattordicesima
La tredicesima come la quattordicesima è erogata sempre dall’Istituto di previdenza. Per quanto riguarda le attività lavorative sospese per l’emergenza Coronavirus, la cassa a zero ore ha una durata di 9 settimane. In questo caso la tredicesima è calcolata su dieci mensilità, sottraendo così le due mensilità della Cig a zero ore. Nell’80% di retribuzione che il lavoratore percepirà, invece, sarà incluso anche il rateo della tredicesima. Per quanto riguarda la cassa integrazione a orario ridotto, la tredicesima sarà calcolata sulle ore lavorate per il datore di lavoro e sulle ore non lavorate nell’indennità Inps.
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