Grecia, non vince nessuno. Possibile anche un governo di sinistra. Neonazisti in Parlamento

Pubblicato il 10 Maggio 2012 alle 11:00 Autore: EaST Journal

Grecia, non vince nessuno. Possibile anche un governo di sinistra. Neonazisti in Parlamento

 

I risultati delle urne

Dalle urne greche esce una società frammentata, almeno in apparenza. Il partito conservatore Nea Demokratia, guidato da Antonis Samaras, è il primo partito con il 18,9%, ciò gli dà diritto al premio di maggioranza e a 108 dei 300 seggi in Parlamento. Samaras ha detto di voler puntare su un «governo di salvezza nazionale» che mantenga la Grecia in Europa e prosegua con la politica di austerità, ma i numeri rendono difficile questa opzione. Al secondo posto c’è la coalizione della sinistra (Syriza) di Alexis Tsipras che ha ottenuto il 16,76% (52 seggi). Segue il Pasok, socialista, terzi con un umiliante 13,2% (nel 2009 avevano superato il 43%) e 41 seggi.

grecia

 

Al quarto posto, con il 10,6% si è piazzato Greci indipendenti, partito di destra nato per opporsi al prestito internazionale. Seguono i comunisti del Kke con l’8,47%, da sempre in prima fila contro le misure di austerità, e il partito neonazista Alba Dorata con il 7%. Ultimo partito entrato in Parlamento è la Sinistra Democratica (Dimar) di Fotis Kouvelis, con il 6,1%.

In tutto sono sette i partiti a entrare in Parlamento. Ora un paio di riflessioni.

Un governo pro-austerity?

[ad]I partiti tradizionali, Pasok e Nea Demokratia, sono usciti ridimensionati. Insieme raggiungono appena il 32%. Impossibile una grosse koalition, a meno che non si coinvolgano partiti terzi, che non è da escludere. C’è infatti la possibilità che si realizzi un governo, per così dire, pro-austerity, ovvero intenzionato a proseguire nella linea economica fin qui condotta. Ma con chi? Tra i papabili c’è Sinistra democratica, composta dai fuoriusciti del Pasok. In questo modo si arriverebbe a circa 170 seggi su 300.

Un governo di sinistra?

Oggi cominceranno le consultazioni per formare il nuovo esecutivo. Alle 14 (ora italiana) il presidente Karolos Papoulias darà l’incarico a Antonis Samaras, leader dei conservatori di Nea Demokratia, di formare un governo. Avrà tre giorni di tempo. E poi? E poi la palla passerà al secondo classificato, Alexis Tsipras, leader della coalizione di sinistra Syriza, che si è detto pronto a dar vita a un esecutivo.

Se guardiamo a sinistra la situazione è questa: Syriza (17%) più Sinistra democratica (6%) più partito comunista (Kke, 8,5%) più socialisti del Pasok (10,5%) si arriva sul 42%. Ma tenere insieme le diverse anime della sinistra sembra difficile. Se Tsipras ricevesse il mandato dal presidente per formare un esecutivo, allora Syriza godrebbe del premio di maggioranza e potrebbe tentare una coalizione con Sinistra democratica e Pasok.

Questi tre partiti non rifiutano l’Europa, né invocato l’uscita dall’Unione o il ritorno alla dracma, quanto piuttosto auspicano una ritrattazione degli accordi fin qui presi. Anche Syriza, a fronte del risultato, ha subito abbandonato la posa antagonista mostrandosi pronta ad un esecutivo di “responsabilità”.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: EaST Journal

East Journal è un progetto di giornalismo partecipativo che nasce dal basso, fatto da giovani e senza fini di lucro. East Journal è una testata registrata presso il Tribunale di Torino, n° 4351/11, del 27 giugno 2011. I contenuti sono condivisi con Termometro Politico grazie alla partnership nata da marzo 2012 tra le due testate giornalistiche. Il nostro obiettivo è quello di raccontare la “nuova” Europa, quella dell’est, che rappresenta il cuore antico del vecchio continente. La cultura e la storia ci insegnano la comune appartenenza. L’europeismo critico è dunque una nostra vocazione. Tra i nostri temi più cari figurano poi la tutela delle minoranze, l’analisi dell’estremismo di destra, la geopolitica energetica, il monitoraggio del crimine organizzato transnazionale.
Tutti gli articoli di EaST Journal →