Grecia, non vince nessuno. Possibile anche un governo di sinistra. Neonazisti in Parlamento
Una destra impresentabile
[ad]Se guardiamo invece a destra troviamo Nea Demokratia (19%) più Greci indipendenti (10,6%) e Alba Dorata (7%). Le forze di destra, però, sembrano assai più eterogenee e difficilmente conciliabili che quelle di sinistra. Un esecutivo tutto di destra sembra dunque impossibile, anche perché non si consentirebbe mai a un partito esplicitamente neonazista di far parte di un governo. Un partito di cui varrà la pena approfondire la natura, cosa che non mancheremo di fare a bocce ferme.
La volontà di cambiamento e la distribuzione del voto
Interessante infine notare come, a fronte del 32% conseguito dai partiti tradizionali (Pasok più Nea Demokratia), sette greci su dieci abbiano votato per forze ritenute, a torto o a ragione, “estremiste”. Un chiaro segno della volontà di rottura del popolo greco. Una volontà che non è detto venga assecondata dagli esecutivi di “unità nazionale” o “responsabilità” o “continuità” che dir si voglia. Interessante anche vedere la distribuzione del voto: nelle aree urbane di Patrasso, Atene e Salonicco, il voto è andato in maggioranza a Syriza mentre le aree montane, agricole, e nelle città di provincia si è affermata Nea Demokratia. Segno anche che il cambiamento radicale, di cui le proteste di queste settimane sembravano la prolusione, è necessità delle società urbane, più complesse, più colte, più industrializzate (e quindi più disoccupate) mentre la pancia della Grecia resta sul più classico dei conservatorismi, in linea di continuità con la tradizione politica ellenica.
di Matteo Zola