A tantissimi automobilisti sarà capitato, almeno una volta nella loro vita, di vedersi inflitta una multa divieto di sosta. Una circostanza spiacevole e spesso dovuta a sbadataggine, non alla specifica volontà di aggirare le regole del CdS. Ma la domanda seguente merita considerazione: è possibile non pagare la multa stradale se l’automobilista sanzionato scopre che le auto vicine alla sua – per qualche non precisata ragione – non sono state analogamente multate? Ovvero tale multa può considerarsi nulla e quindi priva di effetti? Facciamo chiarezza.
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Multa divieto di sosta non data a tutte le auto: scatta la nullità?
In effetti le circostanze appena descritte non sono infrequenti: un cittadino vede una multa divieto di sosta sulla sua auto e, istintivamente, subito dopo controlla se il verbale è stato apposto anche sulle auto vicine. Il multato insomma si domanda se il membro delle forze dell’ordine ha fatto il suo dovere fino in fondo oppure no. Si chiederà allora se il vigile urbano possa essere denunciato per il possibile compimento del reato di omissione di atti d’ufficio, avendo multato lui e non i proprietari delle auto vicine.
Il punto è il seguente: un eventuale ricorso giudiziario dell’interessato non può, in ogni caso, contestare con successo quanto compiuto dalla PA – forze dell’ordine comprese – nell’esercizio delle proprie funzioni. Insomma il giudice designato non potrà mai biasimare, in una sentenza, quelle che sono state le modalità operative utilizzate dai vigili per multare un’automobile in divieto di sosta. Ciò in ragione della divisione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario – ciascuno indipendente dall’altro – e di cui abbiamo già parlato.
In concreto, il cittadino non ha, in queste circostanze, armi da far valere se la multa divieto di sosta l’ha presa soltanto lui e non le due auto vicine alla sua. Anzi, il membro delle forze dell’ordine avrà facilità a giustificare la sua condotta e ad evitare così la nullità del verbale di multa: potrà infatti limitarsi a sostenere di non avere emesso altre multe, semplicemente perché impegnato al telefono con il centro operativo o perché già impegnato in altre mansioni professionali. In altre parole, l’automobilista non potrà difendersi invocando una presunto comportamento “discriminatorio” da parte del vigile di turno.
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È possibile far valere l’omissione di atti d’ufficio?
Si potrebbe pure pensare che il vigile che ha emesso la multa divieto di sosta e, contestualmente, non alle auto vicine, possa essere penalmente accusato per il reato di omissione di atti d’ufficio. Ebbene, il c.p. nella norma di riferimento, parla di atti dei pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengono rifiutati, pur dovendosi compiere “senza ritardo” (così si esprime la legge penale sul punto). Stando alla lettera della legge, dunque, il reato se c’è, opera esclusivamente per i cosiddetti “atti urgenti della PA” e certamente tra essi, non può essere inclusa la multa divieto di sosta.
Concludendo, è pertanto evidente che l’automobilista non potrà opporsi alla multa in oggetto, per il solo fatto che non è stata apposta anche sul parabrezza delle altre auto vicine. Non potrà insomma esserne efficacemente contestata la nullità, anzi la multa, almeno da questo punto di vista, è e resta valida e va quindi pagata.
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