Pensioni ultime notizie: relativamente ai dati sul pensionamento Quota 100 nei settori privati del trimestre 2020, con riferimento alle elaborazioni del Monitoraggio dell’Osservatorio sui flussi di pensionamento riguardante i trattamenti del 2019 e del primo trimestre 2020, rappresentano l’andamento previdenziale pre-Coronavirus, in quanto le domande sono presentate trascorsi 3 mesi dalla maturazione del diritto. A fare un’analisi di questi dati ci ha pensato Giuliano Cazzola per Il Sussidiario.
Pensioni ultime notizie: accessi Quota 100 in aumento?
Stando alle previsioni elaborate, infatti, era previsto un esaurimento o una forte diminuzione della spinta a usufruire dei canali previdenziali di Quota 100 (ma anche del blocco dei requisiti legati all’aspettativa di vita), nel corso del 2019, con una forte crescita della domanda soprattutto nel primo trimestre.
Stando ai dati elaborati dal Coordinamento attuariale dell’Inps, si è registrato invece un allineamento nel primo trimestre 2020 delle pensioni anticipate a quelle di vecchiaia, con un ritorno a livelli più bassi rispetto ai primi tre mesi dell’anno precedente. Cazzola fa notare che per quanto riguarda il complesso delle gestioni di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato il numero delle pensioni di vecchiaia e anzianità nel primo trimestre si aggira più o meno attorno allo stesso numero, equivalente a 55 mila unità. Diverso il discorso per il solo Fpld (Fondo pensioni lavoratori dipendenti) nel quale “le pensioni di anzianità risultano essere il doppio (34 mila contro 16 mila) di quelle di vecchiaia” (nel 2019 erano 2,5 volte).
Da un confronto delle statistiche dei primi tre mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo nel 2019, l’incremento registrato nel 2020 risulta insomma “sostanziale”.
Pensioni ultime notizie: Quota 100, cosa succederà dopo il Coronavirus?
Va tuttavia ricordato che l’accesso alle nuove misure è entrato in vigore dallo scorso aprile 2019 e una volta terminata la crisi epidemiologica è possibile tutti quei lavoratori che hanno maturato i requisiti di Quota 100 ma che fino a gennaio-febbraio 2020 pensavano di non avvalersene cambino idea per assicurarsi un reddito e non rischiare ulteriormente nel settore occupazionale.
I giovani pagheranno i debiti di ieri e di oggi
Modificare Quota 100 sarebbe dunque imprudente per Cazzola, che suggerisce piuttosto di proseguire nella trattativa tra governo e sindacati, per riportare il sistema previdenziale ai livelli pre-2011 e superare così i rigidi schemi della Legge Fornero. Risulta però veramente difficile poter parlare di un’iniezione di risorse (ulteriore, peraltro) nel sistema previdenziale in un Paese che avrà altri problemi prioritari, emergenziali e urgenti da affrontare, tra cui la tenuta socio-economica dell’intero Paese e la resistenza della struttura occupazionale, che risentirà fortemente della crisi a venire. E alla fine, a pagare tutto questo, saranno le nuove generazioni, i giovani, sulle cui spalle graverà il debito accumulato finora e che stiamo continuando ad accumulare in queste settimane di emergenza.
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