Tra le attività che riapriranno lunedì 4 maggio 2020 non figureranno di certo palestre e piscine, in quanto luoghi che favoriscono in misura maggiore l’aggregazione sociale e il contatto personale. Queste attività, perciò, soffrono molto l’emergenza anche perché, a quanto sappiamo finora, per loro non è ancora previsto un piano con date certe di riapertura. Tutto dipenderà dall’andamento del contagio, ma ovviamente non può essere considerato solo quel fattore: starà anche alle attività fare in modo che i centri siano sicuri sotto l’aspetto della sicurezza e della salute.
Fase 2: come e quando riapriranno palestre e piscine in Italia
Tra spogliatoi in comune, goccioline di sudore e distanza ravvicinata, è ovvio che tali luoghi siano anche quelli più a rischio di creazione di nuovi focolai. Tra le varie soluzioni allo studio spicca la presenza di soluzioni e gel igienizzanti all’esterno e all’interno delle strutture, così come misure di distanza di sicurezza all’interno di spogliatoi, sale e piscine. Difficile immaginare atleti e natanti indossare una mascherina, pertanto è possibile che il distanziamento sociale sia allungato e che gli ingressi siano effettuati su prenotazione. Ovviamente in questi luoghi sarà prevista un’opera di sanificazione molto più rapida e frequente rispetto a quanto avviene nelle altre strutture. Altro aspetto fondamentale da considerare è quello che riguarda i sistemi di aerazione, che dovranno essere puliti in quanto possibile veicolo di trasmissione del virus.
Come ottenere il rimborso per abbonamenti non goduti in palestra e piscina
Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona ha reso noto che molti gestori di attività hanno già comunicato ai propri clienti modalità di sospensione del pagamento della quota di abbonamento. Dona però fa sapere che i consumatori hanno anche diritto al rimborso della quota di abbonamento della quale non si può usufruire. Anche il Codacons ha pubblicato un modulo per chiedere e ottenere il rimborso del prezzo di abbonamento pagato per frequentare la palestra o la piscina, in misura proporzionale al periodo di chiusura per emergenza Covid-19. La possibilità di rimborso è prevista dall’art. 1463 del codice civile, che recita quanto segue: “Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione, e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell’indebito”.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it