Intervista esclusiva a Mortebianca: Il Deep Web è il subconscio collettivo

Pubblicato il 23 Aprile 2020 alle 17:02 Autore: Adriana Moraldo

Intervista esclusiva a Mortebianca: tutto su i suoi video, i significati nascosti dei film, le creepypasta e il Deep Web.

Intervista esclusiva a Mortebianca: Il Deep Web è il subconscio collettivo
Intervista esclusiva a Mortebianca: Il Deep Web è il subconscio collettivo

139.000 iscritti, più di 900 video, così si presenta il canale YouTube di Mortebianca, misterioso appassionato di cinema, filosofia, politica, serie tv e anime.

L’anonimo narratore sta spopolando sul web e parte del successo è sicuramente da attribuire alla grande quantità di contenuti e spunti di riflessione che offre nei suoi filmati. Di seguito l’intervista esclusiva che Mortebianca ha concesso a Termometro Politico.

Intervista esclusiva a Mortebianca



Innanzitutto Mortebianca ti ringrazio per aver accettato di essere intervistato. Dunque parlami un po’ di te, del tuo lavoro e del perché hai aperto questo canale.

Ho aperto questo canale perché ho sempre avuto la passione dello scrittore sin da quand’ero piccolino. Ho scritto su varie piattaforme e poi mi sono reso conto che tramite YouTube era possibile raggiungere un’audience molto grande e quindi pubblicai un video, senza troppe pretese, e da lì poi ho visto che effettivamente i miei lavori erano apprezzati e così ho iniziato a produrre video regolarmente. Questo canale contiene fondamentalmente le mie passioni: qui porto tutto quello che mi interessa, storie horror, fantascienza, lezioni di filosofia, videogiochi, film, serie tv e anime.


Guardando i video risulta evidente la tua passione per la politica.

Assolutamente sì. La politica si infila sottilmente e di prepotenza anche quando non è l’argomento principale.


Ti appassiona di più la politica italiana o estera?

Mi intriga la politica italiana e in particolar modo tutte le sue correnti, scissioni, formazioni di governi e opposizioni.


Professi un credo politico?

Questa è una domanda molto interessante. Diciamo che io conduco sul canale una politica di non-disclosure per quanto riguarda l’identità personale, le credenze politiche e religiose. Ecco questi sono gli argomenti su cui non mi esprimo per evitare di personalizzare il canale anche perché preferisco portare delle idee, non portare una personalità con tutte le cose negative che poi ne conseguono. Al tempo stesso però mi sono battuto per creare una forte distinzione tra quelli che sono i fatti oggettivamente dimostrabili e le opinioni. Proprio per questo infatti mi sono sempre fortemente schierato a favore dell’obbligatorietà vaccinale o il riconoscimento del cambiamento climatico antropogenico e delle dovute norme per cercare di combatterlo. Tutto questo non per un posizionamento politico di sorta ma perché penso che queste siano verità oggettive che tutto lo spettro politico dovrebbe condividere.

Questo discorso in qualche modo si ricollega anche al personaggio di V per Vendetta, film che per te ha un forte valore simbolico.

Assolutamente. Attraverso la maschera l’idea può venire depersonalizzata e quindi trasmetti in questo modo un contenuto puro, privo di elementi che possano distogliere l’attenzione dal messaggio che vuoi veicolare.

La maschera di V per Vendetta è stata più volte sfruttata da gruppi di protesta, esiste un partito in Italia che si rifà in qualche modo alle idee espresse nel lungometraggio?

Dunque, V per Vendetta chiaramente è un film anarchico e osservando la situazione nel nostro Paese la risposta è no. Credo che l’anarchia sia sempre stata nel mondo politico italiano relativamente marginale e adesso lo è molto di più quindi penso che sia tratti più che altro di emulazione.

Ritornando al discorso della differenza tra verità universalmente riconosciute e opinioni, il video sulla filosofia di Hannibal Lecter contiene una riflessione molto interessante sul relativismo e la messa in discussione dei comportamenti umani.

Siamo dominati da questo imperante relativismo gnoseologico, etico e culturale con tutto quello che ne consegue a livello politico e sociale. Questo fenomeno che possiamo definire falso progressismo porta ad uno sdoganamento di pratiche sempre più estreme, come la zoofilia o pedofilia, che dovrebbero essere universalmente rifiutate.

Viviamo in una società dominata dal culto dell’ottimismo, dell’individuo imprenditore di se stesso e artefice quindi del proprio destino. Secondo te Mortebianca siamo veramente liberi?

Quella presente nella società attuale è una libertà condizionale. Il paradigma socio-economico infatti permette di essere libero soltanto fino a quando rientri nel recinto che lui ritiene favorevole al progredire dell’economia di mercato. Le tue idee, parole sono accettabili soltanto nella misura in cui possano rientrare in questo paradigma e nel momento in cui esci fuori dal seminato ti distruggono. Non appena arriva una minuscola violazione di copyright su YouTube, per esempio, ti chiudono il canale, sul giornale ti possono denunciare, cioè attenzione a dire che noi siamo liberi perché in realtà è una libertà sub condizione. Noi percepiamo questo ottimismo, come dicevi tu prima, perché nel paradigma liberistico attuale è necessario, senza ottimismo ovviamente gli investitori ritirano tutto e la gente preferisce conservare. Credo che l’ottimismo rischi di diventare negativo nel momento in cui ti illude di qualcosa che poi realtà non c’è. Di contro il pessimismo può diventare un mezzo per spronarci a migliorare perché senti il dovere di fare qualcosa.

Parliamo ora di Fight Club, quanto è attuale il film diretto da David Fincher?

Tantissimo. È attualissimo da due punti di vista: quello politico, per tutta la critica socio-economica che viene fatta, e sessuale perché all’epoca del Fight Club tutta la questione Incel, RedPill non era sviluppata come lo è ai giorni nostri. Si può dire che il film fu profetico nel predire questa massificazione e stratificazione della lotta sessuale.


Dunque, Mortebianca parlami del sostrato politico in Midsommar

Sicuramente c’è una idiosincrasia nel film perché la posizione svedese e la localizzazione geografica scandinava ci mostra immediatamente tutto un sostrato politico: la socialdemocrazia, la flexicurity, il progressismo dal punto di vista dell’emancipazione femminile e della libertà religiosa. Dall’altro lato però mostra il neopaganesimo, un ritorno quindi al passato, alla natura. Credo che la chiave di volta sia il perverso collettivismo, c’è una una versione deviata di un’idea collettivistica. Non più esseri umani che si uniscono tra di loro bensì una sorta di settarismo che presenta una chiara gerarchia. Quello su cui si concentra Midsommar è dunque la critica al settarismo e all’isolamento politico.


Parlando invece di rapporto tra cinema e psicanalisi, quanto quest’ultima ha influenzato la Settima Arte?

Dunque la psicoanalisi ha influenzato tantissimo il cinema. Per esempio in Shining è importante il concetto dell’Uncanny valley che permea tutta l’opera e trasmette quel senso di inquietudine dovuta a piccoli cambiamenti che la nostra mente percepisce. In particolare la psicanalisi freudiana e gli studi di Jung sono una chiave interpretativa fondamentale per la corretta comprensione del capolavoro di Kubrick.

Serie tv, Mortebianca cosa ne pensi di Black Mirror?

Black Mirror è un capolavoro assoluto. È una serie fortemente heideggeriana e tratta quindi il rapporto dell’uomo con la tecnica. L’uomo si perde nella tecnica perché viene meno il legame autentico che ha con ciò che non è l’io, con la natura e le cose. Di fatto nel momento in cui crea una tecnologia che è capace di batterlo avverte dentro di sé una vergogna generazionale. Quando poi la colpa delle azioni malvagie viene attribuita alla macchina, pur essendo in realtà uno strumento neutro e privo di spirito, significa che l’uomo si sta inevitabilmente alienando.

Cos’è il Deep Web?

Allora il Deep Web è un evergreen del mio canale e gli utenti sono molto affascinati da questo argomento. Tutta questa curiosità è dovuta al fatto che il mondo sommerso di internet è diventato il nuovo limite. Nella letteratura horror c’è sempre stato il tema del limite, un safe space oltre il quale c’è l’ignoto. Il primissimo è stato la foresta, simbolo dell’irrazionalità, contrapposta alla città che rappresenta la civilizzazione. Successivamente è diventato l’esotico, esempio sono le misteriose Piramidi, il cimitero indiano, le tribù dalle tradizioni molto particolari. Poi è giunto il momento dell’oceano e infine quello dello spazio. Credo che il Deep Web rappresenti una nuova frontiera, incute timore più dello spazio, dell’abisso, esprime la parte nascosta del subconscio collettivo. In realtà il mondo sommerso di internet è al 90% un posto tranquillo, è semplicemente quella parte del web non indicizzata dai normali motori di ricerca. Questo può avvenire per motivi giusti, sbagliati o opinabili.

Attorno al Deep Web ruotano anche le Creepypasta, cosa ne pensi di questa tipologia di racconti?

Le Creepypasta sono sicuramente il mio contenuto principale. Nella maggior parte dei casi sono racconti inventati ma spesso le unisco a storie vere di serial killer che analizzo dal punto di vista psichiatrico.

Dunque Mortebianca deduco che uno dei tuoi generi preferiti sia l’horror.

Assolutamente sì. Fin da piccolo guardavo gli slasher come Non aprite quella porta, Nightmare e Venerdì 13.

Qual è il film che ti ha spaventato di più?

Il mio film horror preferito è Shining. Molte scene de L’esorcista mi hanno spaventato e pur essendo passato molto tempo dalla sua uscita si difende ancora bene.

James Wan è considerato uno dei migliori registi dell’horror contemporaneo, sei d’accordo?

Di Wan ho apprezzato la saga di Saw soprattutto dal punto di vista della morale. Inoltre ho trovato Insidious interessante e il regista ha il merito di aver dato nuova visibilità ai coniugi Warren, coppia di demonologi che apprezzo molto.

Credi nel paranormale?

Guarda io da questo punto di vista sono sempre stato molto aperto. Mi reputo una persona scettica nel senso che ogni cosa che presenti deve avere una prova di qualsiasi tipo. Non sono scientista, uno di quelli che pensa che tutto deve essere dimostrato scientificamente. Anche perché sarebbe un’idea contraddittoria, il metodo scientifico non è dimostrabile scientificamente ma filosoficamente. Io sono sempre stato dell’idea che sarebbe molto presuntuoso da parte dell’essere umano pensare che l’intero Universo sia fatto su misura per essere capito e percepito solo dall’uomo.

Paranormale, predestinazione e viaggi temporali, cosa ne pensi di Donnie Darko?

Donnie Darko è un film veramente meraviglioso. Quando ci troviamo di fronte al problema del tempo e viaggi tra passato, presente e futuro ci vengono in soccorso tre teorie diverse: quella del fissismo secondo cui o non è possibile viaggiare nel tempo oppure se è possibile non cambia niente. Quella dei paradossi che però non funziona e la teoria degli universi paralleli adottata anche in Donnie Darko. Secondo questa ipotesi ci sono diverse linee temporali e in particolare nel lungometraggio esiste una linea temporale preferenziale salvo poi finire in una linea temporale alternativa chiusa in un loop. Quest’ultimo deve essere necessariamente chiuso dal protagonista tramite riturali dalle caratteristiche occultistiche-alchemiche.

Ultima domanda, cinque film che apprezzi basati su loop temporali.

Ovviamente Donnie Darko. Poi Looper è bellissimo. A me piace infatti quando il viaggio nel tempo non solo è scoperto ma addirittura ufficiale e viene mostrata tutta la procedura. Apprezzo molto anche Predestination, La ragazza che saltava nel tempo e La fine dell’eternità di Isaac Asimov che, pur non essendo un film, è un capolavoro assoluto.

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L'autore: Adriana Moraldo

Laureanda in Lettere Moderne è appassionata di cinema, letteratura e musica. Collabora con Termometro Politico da ottobre 2018. Attualmente si occupa della sezione Termometro Quotidiano e scrive articoli di tempo libero, spettacolo, cinema e televisione.
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